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Diocesi di Roma: verso la definizione delle linee pastorali 2024-25

Il testo definitivo sarà pronto ad ottobre prossimo

Il Vescovo Baldassare Reina, Vicegerente della Diocesi di Roma |  | Daniel Ibanez CNA Il Vescovo Baldassare Reina, Vicegerente della Diocesi di Roma | | Daniel Ibanez CNA

In attesa che il Papa proceda alla nomina del prossimo Vicario Generale per la Diocesi di Roma dopo il trasferimento del Cardinale De Donatis alla Penitenzieria Apostolica, il Vescovo Vicegerente Baldassare Reina ha presentato le linee pastorali per il 2024-25.

Il testo definitivo sarà presentato tra settembre e ottobre e si basa su cinque punti specifici: corresponsabilità, formazione, missione e profezia, attenzione ai giovani, segni di speranza.

“Possiamo dire – si legge nelle linee programmatiche - di aver fatto un’esperienza concreta di sinodalità intesa come stile di chiesa. Le indicazioni sono ancora abbozzate ma la cosa importante è che ci siamo sentiti tutti coinvolti”.

Sono emersi – afferma il testo – “il desiderio di una chiesa più vicina che dia più spazio ai laici, capace di accogliere tutti e di camminare insieme a ciascuno nei luoghi in cui esso si trova. Una chiesa che cresca nella corresponsabilità in cui tutti i battezzati si sentono riconosciuti, coinvolti e valorizzati. Una chiesa che torni a mettere al centro la Parola di Dio come fondamento della propria identità. Una chiesa che investa molto nella formazione anche per elaborare un linguaggio più adeguato alle sfide complesse del nostro tempo. Una chiesa missionaria, in uscita, in cerca di tutti, soprattutto dei più lontani e che sappia accettare la sfida di tornare a dialogare con tutti per cercare, cogliere e ricevere da chiunque anche solo un frammento della Verità

L’obiettivo per l’anno prossimo è “insistere sugli organismi di partecipazione che sono lo strumento per esercitarsi nella prossimità, nella corresponsabilità, nella sinodalità.

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Particolare rilievo è stato dato al tema della “chiesa in uscita. Il tempo dell’ascolto ha fatto emergere questa dimensione, richiesta da tanti e in modo pressante. La gente ci vuole missionari. Il Signore ci chiede di esserlo. Abbiamo la grande occasione del Giubileo che vale la pena valorizzare”.

Per quanto riguarda i giovani, si parla di “situazione davvero drammatica e non possiamo stare a guardare. I nostri giovani ci stanno chiedendo aiuto, ci stanno chiedendo di essere accolti e ascoltati. Abbiamo la grande opportunità del Giubileo dei giovani. Arriveranno da noi centinaia di migliaia di giovani. Può essere l’occasione per lasciarci scuotere da tanta ricchezza”.

Infine, “sulla scia delle richieste di perdono effettuate durante il Giubileo del 2000 si potrebbero realizzare dei momenti di conversione ecclesiale riguardante ferite provocate dai membri della chiesa”.