Città del Vaticano , venerdì, 12. luglio, 2024 12:30 (ACI Stampa).
Forse la morte del Patriarca Neofit di Bulgaria lo scorso 13 marzo è stata davvero la chiusura di un’epoca. Perché la morte del Patriarca, mediatore sia con i progressisti che si erano impadroniti della sede del Santo Sinodo nel 1994 ma anche con gli ultraconservatori che non volevano la visita del Papa su suolo bulgaro, ha rappresentato un punto di svolta per la Chiesa Ortodossa Bulgara. Punto di svolta rappresentato, lo scorso 30 giugno, dall’elezione del metropolita Daniil di Vidin come nuovo patriarca.
L’elezione è stata una sorpresa, perché Daniil non rispecchia in nessun modo le istanze moderate e dialoganti di Neofit. È descritto da molti come filo-russo, e sebbene la Chiesa Ortoodssa Bulgara sia ancora legata a doppio filo con Mosca, l’elezione di Daniil sembra portare le posizioni di Sofia più vicine a quelle di Mosca che a quelle di Costantinopoli.
Forse la nomina di Daniil riporta indietro le lancette dell’orologio di qualche decennio, e c’è chi racconta che, al momento delle elezione, il nuovo patriarca avesse salutato senza troppa enfasi i delegati fraterni, a partire dal Cardinale Kurt Koch, presidente del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, che era presente all’elezione insieme all’officiale del suo dicastero Jaromir Zadrapa.
Ora tutti gli sguardi sono fissati proprio sul futuro delle relazioni ecumeniche. Neofit era riuscito ad accogliere il Papa nonostante le proteste di alcuni membri iperconservatori del Santo Sinodo, e aveva colpito così tanto il pontefice che questi gli aveva inviato le reliquie di San Clemente e San Potito in ricordo della sua visita in Bulgaria.
Saprà, Daniil, intercettare questa anima moderata e dialogante della Chiesa Ortodossa Bulgara? È la domanda frequente, considerando che Daniil è stato eletto per una incollatura di voti espressi dal Consiglio Patriarcale elettorale della Chiesa, composto da vescovi bulgari, tre sacerdoti, due laici e un monaco e una suora da ognuna delle diocesi della Chiesa Ortodossa Bulgara, con l’eccezione di Sofia, che invece è rappresentata da sei membri del clero, quattro laici, un monaco e una suora.