Agaña , martedì, 9. luglio, 2024 16:00 (ACI Stampa).
La nomina di un arcivescovo per l’arcidiocesi di Agaña, in Guam, chiude una storia tribolata che ha visto un vescovo abusatore, una visita apostolica, un processo in Vaticano, ma anche un successore che improvvisamente ha rinunciato per ragioni di salute. La comunità cattolica della piccola comunità di Guam non sembrava trovare pace, insomma, e si spera che con la nomina del giovane arcivescovo filippino Ryan Pagente Jimez, un classe 1971 che presiede anche la Conferenza Episcopale del Pacifico e che finora aveva amministrato la diocesi di Chalan Kanoa, nelle Marianne Settentrionali.
Il profilo del nuovo vescovo è allo stesso tempo autorevole e giovane, e soprattutto esterno alla situazione che ha colpito l’arcidiocesi di Guam dal 2016, da quando cominciarono ad emergere le prime accuse di abusi contro l’arcivescovo Anthony Apuron, un guaniano che aveva guidato la diocesi sin dal 1983 fino al 2016, hanno in cui gli fu assegnato un coadiutore che però aveva già il compito di amministrare la diocesi al suo posto. Apuron, poi, decadde definitivamente da vescovo nel 2018, quando un tribunale dell’allora Congregazione per la Dottrina della Fede, con il Cardinale Raymond Leo Burke come presidente, lo dichiarò colpevole di abusi, giudizio poi reiterato al termine dell’appello nel 2019.
Al suo posto, venne il sacerdote di Detroit Michale J. Byrnes, prima come coadiutore e poi come arcivescovo. Ma Byrne nel 2022 ha avuto problemi di salute, ha lasciato Guam e non vi ha fatto più ritorno, fino a rinunciare all’incarico a soli 64 anni. Da qui la necessità di nominare un successore.
Pagente Jimenez è giovane, ma ha un buon curriculum, ha studiato a Manila e in California, è sacerdote dal 2003, ed è stato anche nella Commissione Diocesana per l’eredità culturale della chiesa, nonché cancelliere diocesano. Dal 2010 al 2016, è stato amministratore apostolica di Chalan Kanoa, diocesi di cui è stato poi nominato vescovo nel 2016, proprio mentre nasceva il caso Apuron.
Dal 2016, pur rimanendo arcivescovo, Apuron aveva perso l’autorità pastorale e amministrativa a seguito delle accuse di abusi su minori, che lui ha sempre negato. Addirittura, si ritenne che gli attacchi contro l’arcivescovo fossero strumentali, non solo per via del suo parlare aperto contro le ideologie gender ed LGBT e contro l’aborto, ma anche per la sua lotta contro l’installazione di una serie di case di azzardo nel territorio di Guam,