Città del Vaticano , lunedì, 1. febbraio, 2016 16:15 (ACI Stampa).
Un tempo sabbatico ogni cinque anni di episcopato. È la proposta del Cardinal Marc Ouellet, prefetto della Congregazione dei Vescovi, lanciata durante la conferenza stampa di presentazione degli Atti del corso annuale di formazione per i nuovi vescovi.
Il volume si chiama “Testimoni del risorto”, e racchiude gli interventi del seminario che, sin dal 2001, la Congregazione dei vescovi tiene per quanti sono stati appena ordinati vescovi. Si è parlato anche di amministrazione, con una relazione del Cardinal George Pell, prefetto della Segreteria per l’Economia, su come le diocesi debbano rendicontare. Ma i temi sono stati ampi e hanno riguardato il dialogo, la comunicazione, il dialogo interreligioso.
“Noi troviamo che sia importante che i vescovi di prima nomina vengano a Roma, respirino l’universalità di Roma, incontrino il Papa. Le realtà locali devono sentirsi in sintonia con la Sede di Pietro”, ha detto il Cardinal Ouellet, spiegando lo spirito del seminario.
La base, ovviamente, è il diritto canonico, che vale sia per l’amministrazione che per tutto il resto. Di certo, nel corso degli anni, si è sviluppata una sempre maggiore attenzione per come i futuri vescovi saranno in grado di gestire i problemi della diocesi. “Dal 2010, tra le domande che il nunzio apostolico locale fa al vescovo eletto, c’è l’aggiunta di una domanda su come abbia gestito casi di abuso sessuale da parte di sacerdoti, nel caso in cui si sia trovato ad affrontarli. Dobbiamo verificare se è capace di gestire bene questi casi, che il nuovo vescovo non abbia la mentalità di coprire, di non dichiarare, di non prendere sul serio i problemi. È un tema su cui c’è una verifica in quanto possibile. Molte volte i candidati non hanno avuto casi da gestire.”, afferma il Cardinal Ouellet.
Nuove sfide attendono i vescovi. Il motu proprio “Mitis et misericors Jesus” del Papa sulla riforma del processo per le dichiarazioni di nullità matrimoniale fa dei vescovi anche giudici diocesani. Spiega il Cardinal Ouellet che “tra i membri della Congregazione dei Vescovi, abbiamo avviato una riflessione con l’aiuto di un canonista, per capire le implicazioni di queste nuove norme. E so che le Conferenze Episcopali hanno avviato degli incontri e una formazione in tal senso con esperti di diritto canonico”.