Trieste , lunedì, 8. luglio, 2024 14:00 (ACI Stampa).
Monsignor Enrico Trevisi, questi giorni appena trascorsi, nella "sua" Trieste, ha accompagnato tutti coloro che hanno partecipato attivamente alla Settimana Sociale dei Cattolici. Il Vescovo di Trieste ha fatto "il padrone di casa", in prima linea, nei dibattiti, nell'organizzazione, nei progetti futuri, con il sorriso accogliente tipico degli abitanti di Trieste che sono abituati a incontrare persone di ogni lingua e cultura. ACI Stampa ha raggiunto Monsignor Trevisi al Centro Congressi di Trieste e gli ha chiesto cosa resterà di questa 50esima Settimana Sociale dei Cattolici e quali sono le iniziative future, il giorno dopo la storica visita di Papa Francesco nella città cosmopolita per eccellenza:
Monsignor Trevisi come ha visto la città di Trieste in questa "settimana speciale"? Come continuerà questo evento anche alla fine?
C'è stato un grande entusiasmo e ho visto che anche varie persone, anche quelli che magari non sono della comunità cattolica e sono di altre religioni hanno avuto molta curiosità su questa cosa. Per la prima volta una settimana sociale che ha coinvolto davvero la città. Non soltanto la città che ospita un evento in un centro congressi, ma ci sono state manifestazioni, tavole rotonde nelle piazze, per cui è stata data la possibilità anche di intervenire, di fare domande, di dissentire e questo secondo me è stato certamente bello. Poi i risultati... quello che succederà questo non lo so, il desiderio però è quello, visto che abbiamo avuto il privilegio di avere anche delegati in forma maggiore rispetto alle altre diocesi, di ritrovarci in settembre. Abbiamo già pensato che andremo tre giorni insieme per riprendere e provare a domandarci come rilanciare il tema della partecipazione, della democrazia che diciamo in qualche modo è anche connesso con quello più ecclesiale della sinodalità, come rilanciare con tutto quello che qui si è lavorato.
Monsignor Trevisi come si può essere cattolici e democratici ? È un valore importante quello della democrazia per un cattolico?
Allora se noi guardiamo la storia della Chiesa e della dottrina sociale della Chiesa è evidente che ci accorgiamo di come la democrazia abbia avuto un'accoglienza disparata e con un cammino evolutivo, perché in qualche modo all'inizio era anche un riconoscere che la maggioranza governa, ma la maggioranza si può anche aggregare sull'errore, anche sul male. Quello che invece poi l'evoluzione a partire da Pio XII, soprattutto da Pio XII in poi, e visto anche quello che è successo con le dittature, sì la scelta della democrazia evidentemente è in connessione anche con dei valori forti. A me piace dire: ma certo che è possibile, proprio la mia identità di cristiano di cattolico mi porta a voler partecipare, dare il mio contributo insieme a tutti gli altri e anche riconoscendo che Dio scrive tante cose belle anche nel cuore degli altri, che magari per adesso non sono cristiani. Forse anche perché non siamo riusciti ad annunciare in modo sufficientemente gioioso la bellezza del Vangelo, per cui c'è un cammino fatto anche insieme agli altri. Non possiamo far mancare il nostro contributo. Questa via a volte è un po difficile. Possono esserci degli errori? Sì, ma allora anche in tutte le altre forme di governo, anzi abbiamo visto le autocrazie e le dittature quanto male stanno facendo, privando della libertà i cittadini e la società civile e anche la Chiesa.