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Dove vivevano i Pontefici? Il Palazzo Apostolico e il rifugio di Pio X

L' Appartamento pontificio della Terza Loggia era il quartierino da conclavista di Papa Sarto

Il salotto di Benedetto XVI |  | Vatican Media Il salotto di Benedetto XVI | | Vatican Media

Il Palazzo Apostolico Vaticano ha moltissimo da raccontare. Anche se oggi non è abitato dal Pontefice che ha preferito un appartamento a Santa Marta, un vero e proprio hotel all'interno del Vaticano. Francesco infatti occupa la suite che era nata per gli ospiti d'onore del Papa quando venne costruita Santa Marta, una struttura nata per accogliere i cardinali durante il conclave e ospiti di vario genere in tempi normali.

Ma l'Appartamento pontificio nella Terza Loggia resta un luogo speciale. Anche se non è sempre stato luogo di residenza permanente dei Papi che abitavano prima del 1870 anche al Laterano e soprattutto al Quirinale. E gli appartamenti papali hanno compreso varie parti del palazzo.

Fu Pio X a organizzare l'appartamento così come lo vediamo oggi. Si volle creare un "rifugio" rispetto a tutto il grandioso palazzo. Tra storie e leggende ci accompagna ancora Silvio Negro con il suo "Vaticano Minore". Dicevamo che fu Papa Sarto a scegliere quella parte delle Terza Loggia come appartamento papale. Per chi sale l'ascensore da San Damaso si va a sinistra.

Papa Leone XIII risiedeva nelle stanze che precedono la Biblioteca privata, e mangiava anche in quelle sale. Ma quando il Papa dava udienza si doveva passare in quelle sale e si trovò un drappo per creare un corridoio. In Terza Loggia risiedeva il Segretario di Stato. Pio X risolse la questione, fece sistemare la Prima Loggia per il Segretario di Stato (come è ancora) e sistemò degnamente l'appartamento pontificio.

Ma come fu per molti Pontefici anche Pio X appena eletto non volle rimanere nel suo quartierino da conclavista. Appunto in quella parte che poi divenne l'attuale appartamento.

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Sulla vita nella casa del Papa ci sono tanti aneddoti. Ai tempi di Pio X la sue sorelle lo andavano a trovare per la messa e poi per fare colazione insieme, mentre Pio XI riceveva anche i parenti nell' Appartamento d'Onore in Seconda Loggia.

C'erano poi dei ruoli oggi scomparsi come il "facchino di camera" e lo "scopatore segreto" che però salivano all'appartamento privato solo se chiamati.

Negro racconta di un certo Alberto Silli aiutante di camera di Pio X. Suo nonno aveva servito Gregorio XVI e suo padre era decano di sala di Leone XIII. Pio X fu il primo Papa a mangiare in compagnia rompendo una tradizione che voleva che il Pontefice mangiasse solo. Era Silli a servire i pasti.

Di Pio XI Negro racconta che la camera da letto era accanto a quella da bagno, che le camere dei segretari, degli ospiti etc. Ma, come scrive Negro, "di veramente regale questo appartamento del terzo piano non ha che la veduta di Roma che gli si apre davanti intera. Dai pini del Gianicolo agli elci di villa Medici l'Urbe è tutta lì, in una fulva gradazione di toni, in un grandioso e armonioso succedersi di piani e di masse che va dall'arida visione dei tetti e del colonnato fino alla lontana fascia verde che segna l'orizzonte. Il sordo rombo della vita cittadina giunge nelle ore più intense anche alle alte finestre del Vaticano e vi si ripercuote, ma senza turbarne l'olimpica serenità. Affacciandosi a una di quelle finestre per guardare la città, la disposizione del palazzo, il silenzio vicino e quel sordo fragore lontano danno l'impressione d'essere su un promontorio e di aver davanti il mare".

 

 

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