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Dal Museo della Seconda Guerra Mondiale sparisce ogni riferimento a Massimiliano Kolbe, e alla famiglia Ulma

L’ordinario militare polacco mons. Lechowicz: si restituisca il giusto posto ai nostri eroi

San Massimiliano Kolbe - famiglia Ulma - capt Pilecki |  | Lukasz Blasikiewicz - Cancelleria del Presidente della Polonia San Massimiliano Kolbe - famiglia Ulma - capt Pilecki | | Lukasz Blasikiewicz - Cancelleria del Presidente della Polonia

Per la Polonia la Seconda Guerra Mondiale cominciò il 1° settembre 1939 con l’aggressione armata della Germania di Hitler. L’occupazione tedesca della Polonia durò cinque drammatici anni: era finalizzata allo sterminio della nazione polacca ed all’annessione del suo territorio. Il prezzo in vittime umane fu spaventoso: 6 milioni polacchi persero la loro vita durante la guerra, e i danni economici furono giganteschi.

Non bisogna meravigliarsi che in Polonia siano stati allestiti dei musei per ricordare il dramma della guerra ma anche i suoi eroi. Uno di questi musei si trova nella città di Danzica sulla costa baltica. Nella notte tra il 24 e il 25 giugno dalla mostra di questo Museo la nuova direzione voluta dal governo Tusk ha fatto sparire ogni riferimento agli eroi polacchi del periodo dell’occupazione tedesca: il capitano Witold Pilecki (l’eroe di Auschwitz), san Massimiliano Kolbe e la beata famiglia Ulma nel tentativo di riscrivere la storia della seconda guerra mondiale con l’evidente scopo di sminuire la gravità delle sofferenze del popolo polacco durante l’ultima guerra mondiale. Questa scandalosa decisione della direzione ha suscitato lo sdegno dell’opinione pubblica in Polonia: le manifestazioni si sono svolte, tra l’altro, davanti alla sede del Museo e presso il monumento del capitano Pilecki a Varsavia. Anche il Presidente Andrzej Duda ha voluto esprimere il suo disappunto facendo progettare sulla facciata del palazzo presidenziale una gigantografia con le foto delle persone rimosse dal Museo.

Ha sentito il dovere di stigmatizzare l’azione della direzione del Museo l’ordinario militare per la Polonia mons. Wieslaw Lechowicz che ha pubblicato la seguente dichiarazione: “Con incredulità e incomprensione ho ricevuto la notizia della rimozione delle immagini di san Massimiliano Kolbe, della beata famiglia Ulma e del capitano Witold Pilecki dalla mostra principale del Museo della Seconda Guerra Mondiale a Danzica. Indipendentemente dalla loro visione del mondo, sono ampiamente riconosciuti come eroi che hanno preservato la dignità umana in tempi di disprezzo per l’umanità. In nome di questa dignità, ma anche in nome dell'amore del prossimo e della libertà della patria, hanno compiuto il sacrificio più grande: il sacrificio della propria vita”.

E continua: “La decisione delle autorità del Museo della Seconda Guerra Mondiale di Danzica suscita anche preoccupazione e solleva dubbi fondati sulla vera intenzione di tale azione. In tempi di profonda polarizzazione della nostra società e di minacce alla pace provenienti dall’Est, il dovere patriottico dovrebbe includere, tra le altre cose, la promozione di atteggiamenti nella storia della nostra Patria di cui possiamo essere orgogliosi e che costituiscono un esempio da seguire. Le decisioni recentemente prese al Museo della Seconda Guerra Mondiale non sembrano servire a questo scopo. Danneggiano lo spirito patriottico e comunitario. Mi rivolgo pertanto all'amministrazione del Museo perché restituisca il giusto posto alle immagini di san Massimiliano, la beata famiglia Ulma e il capitano Pilecki”.

Purtroppo, non è un caso isolato nella Polonia governata dal governo Tusk dove si moltiplicano azioni anticlericali, azioni per far ridimensionare o far dimenticare la storia cattolica del Paese.

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