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C'è davvero un Vaticano minore? I pellegrini e i Pontefici e i Giubilei

Tra le pagine del primo dei "vaticanisti" italiani, lo scrittore Silvio Negro

Pellegrini a san Pietro 1925 |  | romaierioggi.it Pellegrini a san Pietro 1925 | | romaierioggi.it

Ci stiamo avvicinando all'apertura della Porta Santa per il Giubileo del 2025, il secondo di questo millennio, anche se un altro Anno Santo è stato celebrato. Ma il Giubileo, quello che si lega alla tradizione ebraica è quello che si celebra ogni 25 anni.

Quello i cui piccoli oggetti, i gadgets come si dice oggi, si tramandano da padre in figlio, quello che fa sentire dei veri "pellegrini" ad Limina Petri. Pellegrini che nei secoli hanno sempre cambiato stile, costumi e comportamento, ma che alla fine vogliono tutti la stessa cosa: conoscere Pietro. Vedere il Vicario di Cristo e conoscere la sua vita, incrociare lo sguardo con lui. Certo oggi sembra un po' tutto una manifestazione pop. Ma anche qualche decina di anni fa tutto sembrava un po' strano agli osservatori, ai vaticanisti ante litteram, ai nostri "padri" nel mestiere di cronisti di una umanità sempre nuova e sempre uguale che si affaccia al balcone della storia.

Ed è per questo che ho ripreso le pagine di un grande vaticanista, o meglio di un grande cronista di Roma, uno scrittore raffinato che fu anche "romanista" cultore cioè di una città che pur non essendo la sua, era di origine veneta, lo ha avvolto con passione. Silvio Negro era nato nel 1897 ed è morto nel 1959. La sua Roma come immaginate è molto lontana da quella di oggi. Eppure a ben guardare tante cose si somigliano se si toglie la "crosta" creata dal turismo di massa di persone inconsapevoli. Sotto la "crosta" Roma c'è ancora. E soprattutto c'è il Vaticano. Quel " Vaticano Minore" che Negro seppe raccontare con eleganza e lucidità.

Uno dei suoi libri più famosi si chiama proprio così: Vaticano Minore. L'Editore Neri Pozza ogni tanto ristampa alcune dei libri di Negro, ma forse dovrebbe farlo di più. Al momento Vaticano Minore si trova solo tra i libri antichi. Noi abbiamo scelto di curiosare tra le pagine di questo libro in una edizione del 1963. Poco dopo la morte di Negro.

E iniziamo propio dai pellegrini, anche se non quelli di un Anno Santo in particolare, anche se Negro aveva "chiuso" le pagine nel 1950.

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Parliamo di quei pellegrini che prima che fosse solo immaginata la grande aula delle udienze in Vaticano, salivano verso le mezzogiorno nella Sala Clementina. Succedeva da dopo il 1870. Perché ricorda Negro: "Quando il Papa era anche sovrano di Roma questo spettacolo non si vedeva. Egli andava sì di frequente per la città in forma solenne o privata, partecipava anche a ricevimenti di istituzioni o collegi, accoglieva inviti di nobili famiglie quando si trattava di battezzare un neonato o di benedire un matrimonio, si faceva vedere alle inaugurazioni di opere nuove, o alle celebrazioni di grandissimo rilievo, ma a palazzo riceveva pochissimo e solo persone di conto".

Ecco quindi che dalla presa di Porta Pia negli anni si va formando un nuovo modo di "vedere Pietro" e un nuovo modo di essere pellegrini a Roma. Negro racconta a proposito di Pio XI che iniziò un vero flusso di fedeli che incontravano il Papa.

"Egli riceveva tutti coloro che lo desideravano - scrive Negro- purché potessero presentare una introduzione qualsiasi anche quella del parroco, ma li riceveva ogni giorno, dava a tutti la mano da baciare, e non si congedava da nessun gruppo di qualche importanza senza aggiungere alla benedizione un discorso. Si cominciava poco dopo mezzogiorno e di poteva arrivare anche alle quattro del pomeriggio".

Sembra che durante l'Anno Santo del 1925 "furono ammesse al bacio della mano anche migliaia e migliaia di persone al giorno. In certe occasioni le udienze sospese alle quattro venivano riprese alle sei e le file lunghissime degli aspettanti si distendevano fuori delle sale ordinarie delle Logge, invadevano la galleria del Museo Lapidario, entravano nelle aule dei Paramenti, si svolgevano in ampie volute nella Sala Ducale e nella Sala Regia".

Ancora oggi questo in parte accade. Non però per incontrare il Papa, ma per salutare i nuovi cardinali nel pomeriggio della loro "creazione". Sono visite di "cortesia", o più popolarmente visite di "calore". E vi assicuro che di calore ce ne è molto. Per l'affetto e come temperatura.