Roma , venerdì, 28. giugno, 2024 18:00 (ACI Stampa).
Abbiamo tutti bisogno di misericordia, di essere amati e perdonati senza condizioni, solo per noi stessi. Se leggiamo la Divina Commedia entriamo proprio nel mondo della misericordia e del perdono senza fine. Lo pensa, lo dice, lo scrive da tanto tempo Franco Nembrini, insegnante, scrittore, esperto della didattica e dell’educazione, impegnato su tanti fronti, in nome della Bellezza e della Verità, alla ricerca di un senso autentico dell’esistenza. Ed è proprio di questo che hanno bisogno, anzi necessità impellente, i giovani ora. Basta considerare i sempre più numerosi episodi di cronaca nera, animati d auna violenza efferata che lascia senza fiato. O guardare le statistiche sui suicidi di giovani e giovanissimi, in crescita esponenziale.
Questa ricerca inesausta, comunque, non riguarda semplicemente i ragazzi, più o meno problematici. Rivolgersi a Dante e alla sua opera immortale significa anche tentare di mettere un argine tra noi e il male di vivere, la brutalità dilagante, lo squallore, il brutto, il volgare spaccati per arte, attraverso musica, letteratura, cinema, tv, giornali…e soprattutto i social.
Questa strenua resistenza, messa in atto da Nembrini, incoraggia a seguire, diventa traccia, che può aiutare a vedere una luce in fondo al tunnel. Ares ha pubblicato la trilogia che viene dedicata al poema dantesco raccontato ai ragazzi e con la prossima uscita, a giorni, dell’ultimo volume dedicato al Paradiso l’opera può dirsi completata. Un’opera importante, arricchita dalle belle illustrazioni di Samuele Gaudio, che però segnaliamo come lettura universale, per tutti, anche in questi giorni roventi d’estate, capace di rinfrescare anima e mente.
Il paradiso è spesso la cantica meno spiegata, meno studiata e meno compresa, ma l’autore ribalta questa situazione che sottende un giudizio “negativo”. Non è vero, afferma, che l Paradiso sia astratto, disincarnato, parla di cose lontane dalla vita. Al contrario: il Paradiso parla della vita vera, della vita come l’aveva pensata Dio quando ha creato il mondo e come l’hanno vissuta i santi. Rileggere il Paradiso oggi può essere per ciascuno la riscoperta di come può essere bella e lieta la vita sulla Terra, anche in mezzo ai mille drammi della quotidianità e della Storia.
In un recente intervista Nembrini spiega che "per ricominciare a vivere, a camminare, ci vuole la misericordia. La misericordia che – scopriremo seguendo Dante – è proprio la natura di Dio, e perciò la natura della vita nuova che Gesù ha portato sulla Terra, il cuore nuovo di quelli che seguono Gesù. Però anche la misericordia, da sola, non basta, ci vuole la nostra libertà, il nostro sì all’abbraccio di Dio e al suo piano di salvezza". E dire “sì” è un cammino. È un lavoro. Richiede tempo, pazienza, fatica. Perché la tentazione di guardarsi indietro, di rinunciare, di tornare su una strada più facile è sempre presente. E allora ci vuole una guida, che continuamente ci sostenga, ci conforti, ci ricordi la ragione del cammino, che poi è la fedeltà al nostro cuore, la fedeltà all’unico oggetto adeguato del nostro desiderio. Che è quello che vedremo fare a Virgilio".