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Settimane Sociali, Benedetto XVI e il richiamo all'impegno dei laici

In occasione dei 100 anni della Settimana Sociale dei Cattolici Italiani in concomitanza con la 45/ma edizione che si è svolta a Pisa e a Pistoia dal 18 al 21 ottobre 2007, Benedetto XVI volle celebrare l'anniversario con una lettera

Papa Benedetto XVI |  | CNA Papa Benedetto XVI | | CNA

In occasione dei 100 anni della Settimana Sociale dei Cattolici Italiani in concomitanza con la 45/ma edizione che si è svolta a Pisa e a Pistoia dal 18 al 21 ottobre 2007, Benedetto XVI volle celebrare l'anniversario con una lettera inviata all'allora Arcivescovo Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

"Il tema scelto - Il bene comune oggi: un impegno che viene da lontano -, pur essendo stato già affrontato in alcune precedenti edizioni - osservava il Papa - mantiene intatta la sua attualità ed anzi è opportuno che sia approfondito e precisato proprio ora, per evitare un uso generico e talvolta improprio del termine bene comune".

"Il bene comune va considerato e promosso anche nel contesto delle relazioni internazionali - aggiungeva il Pontefice - ed appare chiaro che, proprio per il fondamento sociale dell’esistenza umana, il bene di ciascuna persona risulta naturalmente interconnesso con il bene dell’intera umanità".

La Settimana Sociale - scriveva Papa Benedetto - è una ottima occasione "per ribadire che operare per un giusto ordine nella società è immediatamente compito proprio dei fedeli laici. Come cittadini dello Stato tocca ad essi partecipare in prima persona alla vita pubblica e, nel rispetto delle legittime autonomie, cooperare a configurare rettamente la vita sociale, insieme con tutti gli altri cittadini secondo le competenze di ognuno e sotto la propria autonoma responsabilità".

Benedetto XVI puntava poi l'attenzione sulla "questione antropologica, che abbraccia il rispetto della vita umana e l’attenzione da prestare alle esigenze della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Non si tratta di valori e principi solo cattolici, ma di valori umani comuni da difendere e tutelare, come la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato".  E sul tema del lavoro spiegava: "quando la precarietà del lavoro non permette ai giovani di costruire una loro famiglia, lo sviluppo autentico e completo della società risulta seriamente compromesso".

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Infine il rapporto tra cattolici e politica: "La Chiesa - concludeva il Papa - se da una parte riconosce di non essere un agente politico, dall’altra non può esimersi dall’interessarsi del bene dell’intera comunità civile, in cui vive ed opera, e ad essa offre il suo peculiare contributo formando nelle classi politiche e imprenditoriali un genuino spirito di verità e di onestà, volto alla ricerca del bene comune e non del profitto personale".