Città del Vaticano , venerdì, 28. giugno, 2024 12:30 (ACI Stampa).
Tre linee guida: essere costruttori di pace, essere portatori di speranza, essere missionari di sinodalità. Un Giubileo universale alle porte. Un giubileo particolare, quello della Società del Verbo Divino, che compirà 150 anni il prossimo anno. Sono i temi dell’incontro di Papa Francesco con i membri della Società del Verbo Divino, i cosiddetti Padri Verbiti, riuniti in capitolo sul tema “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini”.
Papa Francesco chiede prima di tutto ai Verbiti di essere discepoli fedeli e missionari creativi. “Tutti i battezzati – dice– sono chiamati ad essere discepoli missionari, e la fedeltà a questa vocazione è il nostro impegno, sempre con la grazia di Dio”, e “il discepolo fedele si vede dalla gioia del Vangelo.
La creatività, invece, “quella sana, non quella apparente, che è autoreferenziale e mondana”, viene “dalla Parola e dallo Spirito, cioè da Cristo vivo in voi”, perché “è lo Spirito che attira i cuori, non siamo noi”, e la nostra arte “è quella di lavorare con tutte le forze, spendendo tutti i nostri talenti, nella certezza che è sempre Lui che opera, è Lui che crea e il nostro agire è docilità, è strumento, è ‘canale’, riflesso, trasparenza…”
Papa Francesco sottolinea che i Verbiti operano in 79 Paesi, dove annunciano il Vangelo, e questo “si fa nella condivisione della gioia più che con l’imposizione di obblighi”, mentre “le attività missionarie creative nascono dall’amore per la Parola di Dio; la creatività nasce dalla contemplazione e dal discernimento”.
Papa Francesco poi sviluppa alcune urgenze attuali. La prima urgenza è quella di essere “costruttori di pace”, perché “il mondo è ferito da conflitti, guerre, distruzione, anche distruzione dell’ambiente, violenze contro la vita e la dignità umana, ideologie fondamentaliste e altre piaghe”, mentre “la pace è il grido della gente: ascoltiamo questo grido e diventiamo costruttori di pace!”, e quindi siamo chiamati a portare “a tutti la pace di Cristo, specialmente ai poveri, ai migranti, alle donne discriminate, ai bambini, agli esclusi”.