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L’Intelligenza artificiale regolata da una autorità mondiale?

La Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice organizza il suo incontro annuale. La questione dell’intelligenza artificiale domina la scena. La proposta della Fondazione

Centesimus Annus | Un momento dell'ultima conferenza annuale della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice | CC / Centesimus Annus Centesimus Annus | Un momento dell'ultima conferenza annuale della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice | CC / Centesimus Annus

Dall’autorità mondiale con competenze universali per regolare il mercato finanziario proposta dall’allora Pontificio Consiglio delle Giustizia e della Pace nel 2011 ad una autorità mondiale con competenze universali sul tema dell’intelligenza artificiale rilanciato dalla presidente della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice Anna Maria Tarantola, ma presentato per la prima volta dall’arcivescvo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, all’assemblea general delle Nazioni Unite lo scorso settembre. Il tema, generale, è quello della regolamentazione di fronte ad una sfida che è completamente nuova, da gestire, da comprendere, ma non demonizzare.

La Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, nel 31esimo anno di vita, dedica il suo incontro annuale a “Intelligenza Artificiale Generativa e Paradigma Tecnocratico: come promuovere il benessere dell’umanità, la cura della natura e un mondo di pace”. Un titolo che mette insieme, in fondo, tutti i temi connessi agli sviluppi più recenti dell’intelligenza artificiale, diventato un vero e proprio centro di dibattito.

Un programma molto fitto, quello della Fondazione, che punta proprio ad entrare con forza nel dibattito, tanto che Anna Maria Tarantola lancia anche la possibilità di ribadire la proposta di una autorità mondiale in uno statement da portare al Papa, che potrà “lanciare questa idea nelle sedi opportune”, considerando che alcune raccomandazioni generali si trovano già nel messaggio del Papa per la 57esima Giornata Mondiale della Pace che nel suo intervento al G7.

Gli interventi si sono concentrati proprio sulla gestione dell’intelligenza artificiale, sulla necessità di farne un fine e non un mezzo, guardando anche indietro nel tempo. Perché, parliamoci chiaro, lo straordinario sviluppo del dibattito sull’intelligenza artificiale è arrivato con la diffusione delle chat bots, le “intelligenze” che interagiscono con il linguaggio umano, ma in realtà il tema dell’intelligenza artificiale è antico, tanto che uno dei relatori ricorda le famose partite di scacchi Kasparov contro super computer dell’IBM. Cosa, tra l’altro, che non ha determinato la fine degli scacchi giocati dagli esseri umani.

E forse c’è davvero bisogno di una sorta di sviluppo della dottrina sociale, che tocchi anche i temi della guerra e delle armi.

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Alle sessioni ha preso parte anche l’arcivescovo Giordano Piccinotti, presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, la cosiddetta “banca centrale” del Vaticano, che ha esortato la Centesimus Annus ad “aiutare la Chiesa a studiare quelle questioni di Dottrina Sociale che aiutano la Chiesa stessa e aiutano l’uomo a progredire in meglio per noi, verso Dio”, con uno sguardo speciale “al tema della povertà che Papa Francesco richiama continuamente”.

Il grande tema è quella della formazione dei laici. Nelle varie sessioni dell’incontro annuale, i relatori hanno affrontato la questione di come promuovere un uso etico e sostenibile dell’Intelligenza Artificiale per il benessere delle persone e dell’ambiente.

In particolare, Maximo Ibarra, CEO di Engineering Ingegneria Informatica, si è invece soffermato successivamente sull’impatto dell’Intelligenza Artificiale Generativa su economia, ambiente, società e pace, con al centro la Dottrina Sociale della Chiesa quale “bussola per il nostro mondo digitalizzato”.

Immancabili, ovviamente, le osservazioni di  padre Paolo Benanti, che oggi siede nel Consiglio ONU sull’Intelligenza Artificiale e presiede anche il comitato del governo sul tema.