Lahore , giovedì, 20. giugno, 2024 12:30 (ACI Stampa).
“Morirò, ma non ti lascerò entrare in chiesa”. Furono queste le ultime parole di Akash Bashir, che il 15 marzo 2015 a Lahore ha sacrificato la sua vita per fermare un terrorista che voleva compiere una strage nella chiesa di San Giovanni, a Lahore. Aveva solo 20 anni. Nel 2022, è stato proclamato Servo di Dio e si è aperta la fase diocesana della causa di beatificazione, il 15 marzo 2024, nell’anniversario del suo martirio, la fase diocesana è stata ufficialmente conclusa.
In quel giorno, la chiusura dell’inchiesta diocesana per la richiesta del martirio è stata presieduta dall’arcivescovo di Lahore Sebastian Shaw, il quale ha consegnato all’arcivescovo Germano Penemote, nunzio apostolico in Pakistan, la documentazione raccolta dal tribunale diocesano.
Nel farlo, l’arcivescovo Shaw ha ricordato il sacrificio di Akash, ne ha ringraziato la famiglia, ha chiesto ai fedeli di continuare a pregare perché la causa abbia buon esito.
E il suo appello è caduto in una comunità cattolica straordinariamente vibrante, per trovarsi nel cuore del Pakistan. Solo nella chiesa di San Giovanni, per salvare la quale Akash ha dato la vita, si celebrano più di 800 battesimi l’anno. In fondo a Lahore vive la più grande comunità di cristiani del Paese, che conta oltre 100 mila persone.
Non era un caso che il 15 marzo 2015 gli attentati suicidi furono indirizzati proprio contro due chiese cristiane di Lahore, la chiesa di San Giovanni e la Christ Church.