Kiev , mercoledì, 3. luglio, 2024 19:00 (ACI Stampa).
“L’Ucraina resiste. L’Ucraina combatte. L’Ucraina prega”. Con questa frase, con queste tre invocazioni, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolico Ucraina, terminava i suoi brevi videomessaggi quotidiani inviati durante il primo anno di guerra. Si trattava di sostenere lo spirito di una nazione ferita, cercando di dare un senso a quello che stava succedendo. I testi di quei messaggi sono stati raccolti in un libro, che ora viene pubblicato in edizione polacca. E a scrivere la prefazione dell’edizione polacca è nientemeno che il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, che nel suo testo condanna ancora una volta la “crudele guerra” e declina le tre parti dell’esortazione di Sua Beatitudine.
È un segnale di vicinanza molto forte. La Chiesa Greco Cattolica Ucraina è una Chiesa sui iuris, in comunione con Roma, ma considera il Patriarcato Ecumenico come la sua Chiesa madre. E Bartolomeo ha guardato con attenzione all’Ucraina, ha concesso il tomos di autocefalia alla Chiesa ortodossa locale di fatto togliendola dall’influenza della Russia, e non ha mancato di mostrare sostegno durante l’aggressione di Mosca, anche presentandosi alla Conferenza di Pace sull’Ucraina nel Bürgenstock, in Svizzera, la scorsa settimana e incontrando il presidente ucraino Volodymir Zelensky.
Bartolomeo intitola la prefazione “Dodici mesi di terribile guerra”, e si rivolge direttamente al lettore: “Davanti a te c’è la conversazione quotidiana di un padre con i suoi figli durante il tragico periodo della grande guerra lanciata dalla Federazione Russa contro l’Ucraina il 24 febbraio 2022”.
Bartolomeo poi riprende e scorpora l’esortazione finale di Shevchuk. Prima di tutto, l’Ucraina resiste, e – nota il Patriarca - “ha dimostrato al mondo il suo progresso nella battaglia per l’indipendenza e l’eroismo nel difendere la sua volontà”, mostrando, nella lotta per avere una nazione libera, la “tenacia di generazioni della sua storia millenaria”, e infatti gli ucraini non sono stati “rotti, distrutti e intimiditi dalla repressione, la prigione, la tortura, la deportazione e l’omicidio”.
L’Ucraina combatte. Infatti, nota Bartolomeo I, centinaia di migliaia di cittadini ucraini hanno “combattuto con dignità per restaurare l’integrità della loro madre patria”, rappresentando “uno scudo vivente che protegge il mondo”.