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Anche l’idea di un Concilio Vaticano III nell’incontro tra Aram I e Papa Francesco

Il catholicos di Cilicia è stato in Vaticano per tre giorni. Durante l’incontro con Papa Francesco si è parlato anche di un possibile Concilio Vaticano III con un maggior ruolo delle Chiese orientali

Papa Francesco, Aram I | Papa Francesco con il Catholicos Aram I, Auletta Paolo VI, 12 giugno 2024 | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco, Aram I | Papa Francesco con il Catholicos Aram I, Auletta Paolo VI, 12 giugno 2024 | Vatican Media / ACI Group

Anche l’idea di un Concilio Vaticano III con la partecipazione attiva delle Chiese non cattoliche è stata discussa nell’incontro tra il catholicos di Cilicia Aram I e Papa Francesco. Il catholicos della Chiesa Apostolica Armena, a Roma anche per dare una conferenza sul ruolo della diplomazia religiosa in Medio Oriente al Pontificio Istituto Orientale, ha discusso di questo e altri temi in una udienza privata con Papa Francesco lo scorso 12 giugno.

I temi dell’udienza sono stati rivelati dal sito internet del Catholicossato di Cilicia, che ha sede in Libano, ad Antilyas, dove è stata trasferito nel 1930 a seguito del genocidio armeno, ed è, insieme ad Etchmiadzin, una delle due grandi sedi della Chiesa Apostolica Armena.

La questione del Concilio Vaticano III è solo il terzo punto all’ordine del giorno, ma è di particolare importanza. Il primo punto riguarda la necessità di ampliare e trasformare le relazioni ecumeniche in una partnership, e il secondo riguarda la necessità di stabilire una data comune per la Pasqua – un tema, tra l’altro, in discussione con molte altre Chiese sorelle.

Ma Aram I ha guardato anche alla sfida del Libano, all’importanza di rafforzare le coesistenza cristiano – musulmana a Beirut e la soluzione della crisi istituzionale con l’elezione di un presidente.

Quindi, si è parlato anche della questione del Nagorno Karabakh, chiamato Artsakh nell’antico nome armeno. Dopo la guerra del 2021, che ha portato ad una pace dolorosa per l’Armenia, il controllo di vasti territori del Nagorno Karabakh è passato in mano azerbaijana. La parte armena ha denunciato più volte un “genocidio culturale” in atto in Artsakh dai tempi in cui il territorio fu dato dai sovietici alla giurisdizione azerbaijana, ma l’Azerbaijan lamenta anche la distruzione di varie moschee da quando il territorio ha dichiarato l’indipendenza negli anni Novanta, costituendo uno Stato che non è stato riconosciuto nel consesso internazionale, ma che era comunque una forma di legame con l’Armenia.

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Aram I ha sottolineato in particolare le condizioni dei prigionieri armeni che si trovano in Azerbaijan, descritti come “prigionieri politici”, e anche la necessità di restituire gli Armeni dell’Artsakh alla loro madre patria sotto la protezione internazionale.

Oltre all’incontro con Papa Francesco, il catholicos Aram I ha avuto anche diversi incontri istituzionali. In Segreteria di Stato, assente il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, Aram I ha incontrato l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, con il quale ha discusso della situazione in Libano, la questione dei prigionieri di guerra armeni detenuti in Azerbaijan e le elezioni presidenziali in Libano. Il Cardinale Parolin sarà in visita in Libano il prossimo 22-23 giugno.

Aram I ha anche incontrato il Cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Con lui, ha affrontato le attuali sfide del movimento ecumenico e il dialogo teologico tra le Chiese Cattoliche e le Chiese Ortodosse Orientali.

Con il Cardinale Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, il catholicos Aram I si è invece concentrato sulla cooperazione tra le Chiese Cattoliche e le Chiese Ortodosse e Protestanti nel Medio Oriente. Si è parlato anche del dialogo islamo cristiano, nonché del ritorno dei nativi armeni di Artsakh sotto protezione internazionale e anche qui del rilascio dei prigionieri armeni in Azerbaijan.

Importante anche l’incontro con il Cardinale Victor Manuel Fernandez, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, con il quale ha rivalutato l’importanza di rivalutare la teologia alla luce delle sfide contemporanee.

Di particolare importanza è stata la lecture che il catholicos Aram I ha tenuto al Pontificio Istituto Orientale l’11 giugno. La lezione era sul tema  “La religione nella geopolitica del Medio Oriente”, in un evento organizzato anche dalla Pontificia Università Gregoriana e l’ambasciata Libanese, alla presenza anche del patriarca armeno cattolico Raphaël Bedros XXI Minassian, che ha anche ospitato il catholicos Aram I durante i suoi giorni romani, e dell’arcivescovo Mesrob Sarkissian, prelatto degli Emirati Arabi Uniti e del Qatar, nonché di diversi ambasciatori accreditati presso la Santa Sede.

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Il catholicos della sede di Cilicia della Chiesa Apostolica Armena ha sottolineato l’influenza della religione nella geopolitica, e ha notato che la religione ha un ruolo trasformativo nel rispodnere alle condizioni geopolitiche in evoluzione. In particolare, ha aggiunto, sono le religioni monoteistiche – l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam – ad aver avuto un ruolo cruciale nel definire gli scenari politici, culturali e sociali in Europa e Medio Oriente.

Aram I ha poi delineato le dinamiche dell’impatto della religione nella geopolitica mediorientale, ha affrontato i temi più importanti a partire dalla necessità di combinare fede e ragione, ha evidenziato la complessa relazione tra religione e politica e rimarcato l’imperativo di sviluppare una mutua fiducia e una pace fondata sulla giustizia.

Infine, il catholicos ha sottolineato il ruolo vitale della religione nel promuovere l’esistenza pacifica, risolvendo conflitti e sviluppando mutua fiducia nelle società Medio Orientali. In questo senso, ha proposto un incontro di leader religiosi a Gerusalemme, chiedendo uno sforzo congiunto per la pace e la riconciliazione tra le tre maggiori religioni.