Città del Vaticano , lunedì, 17. giugno, 2024 18:00 (ACI Stampa).
Era il 2014 quando Papa Francesco con il Motu Propio Fidelis dispensator et prudens affidava al Revisore Generale l'incarico di compiere la revisione contabile dei Dicasteri della Curia Romana, delle Istituzioni Collegate con la Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano.
Cinque anni dopo con un nuovo statuto il Papa indicava le funzioni e le competenze dell'Ufficio del Revisore Generale, quale Dicastero della Curia Romana, confermato dalla Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium che annovera l'Ufficio del Revisore Generale tra gli Organismi economici.
Come si legge nelle Note Storiche dell' Annuario Pontficio " L'ufficio del Revisore generale attua con piena autonomia ed indipendenza le revisioni contabili dei bilanci individuali di enti e dicasteri che confluiscono nel consolidato della Santa Sede e del Governatorato della Città del Vaticano. Il compito più interessante riguarda la attività anticorruzione secondo la Convenzione di Mérida.
Su richiesta del Consiglio per l'Economia o della Segreteria per l'Economia, e dei Responsabili degli Enti e delle Amministrazioni di cui all'articolo 1 dello Statuto del Consiglio per l'Economia o su iniziativa del Revisore Generale stesso, informato il Cardinale Coordinatore del Consiglio per l'Economia, svolge revisioni su situazioni particolari connesse a; anomalie nell'impiego o nell'attribuzione di risorse finanziarie o materiali; irregolarità nella concessione di appalti o nello svolgimento di transazioni o alienazioni; atti di corruzione o frode.
Ecco come agisce il Revisore Generale: "informa il Consiglio e la Segreteria per l'Economia di eventuali irregolarità rilevate a seguito di indagini e revisioni da lui svolte; invia un rapporto all'Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria o all'Autorità Giudiziaria, secondo quanto previsto dal proprio Statuto e dalle Norme sulla Trasparenza, Controllo e Concorrenza dei Contratti Pubblici della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano, qualora vi siano fondate ragioni per sospettare che fondi, beni, attività, iniziative o transazioni economiche, ovvero procedure di acquisto, siano connesse o riconducibili ad attività di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo; può proporre, sulla base delle revisioni effettuate, alla Segreteria per l'Economia ovvero all'Unità di Controllo ed Ispezione per il Governatorato, l'adozione di linee guida, indirizzi, modelli e procedure e prassi oppure la modifica di quelle esistenti, secondo quanto disposto dalle Norme sui Contratti Pubblici".