Atterrato alle 12.10 alle 13.30 già vengono distribuite le foto ufficiali dalla Sala Stampa della Santa Sede con Kristalina Georgieva, Direttore Generale dell’International Monetary, Zelenskyy, Presidente della Repubblica di Ucraina, poco dopo anche quelle dell'incontro con il presidente Francese Macron e Justin Trudeau, Primo Ministro del Canada.
Il Papa tiene il suo discorso nella sessione che inizia alle 15.00 con un ora di ritardo sul programma. Arriva in sedia a rotelle Francesco e saluta un po' tutti. Al centro della sua riflessione la dignità dell'uomo rispetto alla tecnocrazia, perché anche la Intelligenza artificiale è tecnica. Parla di "algoretica" il Papa e dice che a questo serve la politica, perchè " non possiamo permettere ad uno strumento così potente e cosi indispensabile come l'intelligenza artificiale di rinforzare" il paradigma tecnocratico.
La politica, quella vera, opera per un progetti comune per l'umanità, e in questo ambito la capacità umana di "decidere" è tutto. Se la IA è un moltiplicatore e un aggregatore di informazioni, il pericolo è che si moltiplichi il male come il bene, la guerra come la pace.
E per difendere la dignità dell'uomo va ricordato, spiega il Papa, la capacità "generativa" dell' essere umano, che non "moltiplica" e basta, ma "genera" appunto, "non sviluppa concetti o analisi nuove. Ripete quelle che trova dando loro una forma accattivante. E più trova ripetuta una nozione o una ipotesi, più la considera legittima e valida. Più che “generativa”, essa è quindi “rafforzativa”, nel senso che riordina i contenuti esistenti, contribuendo a consolidarli, spesso senza controllare se contengano errori o preconcetti".
Ecco perché nessuna macchina dovrebbe decidere sulla vita di un essere umano. E come trovare un'unica gerarchia di valori? Si devono cercare dei principi condivisi.
Per il Papa quindi l'IA è "innanzitutto uno strumento" e come tale va gestita, con grande attenzione proprio alla differenza tra uomo e macchina. Anche se di altissimo livello.
Nessun riferimento nel testo alle altre questioni in discussione al G7. Quello del Papa è un appello alla politica in buona sostanza, una politica come forma alta di carità. Un appello a non lasciarsi ingannare dalle sirene della tecnocrazia.
A braccio il Papa parla di nuovo del libro "Padrone del mondo" di Robert Hugh Benson un romanzo distopico che vede un futuro senza politica e la scomparsa della Chiesa.
Il Papa resta ai lavori del G7 ma in forma privata. Poi prosegue con gli incontri personali previsti con William Samoei Ruto, Presidente del Kenya; Narendra Modi, Primo Ministro dell’India; Joseph Biden, Presidente degli Stati Uniti d’America;Luiz Inácio Lula da Silva, Presidente del Brasile; Recep Tayyip Erdoğan, Presidente della Repubblica di Turchia; Abdelmadjid Tebboune, Presidente della Repubblica di Algeria.
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