“In Italia si dice che il sorriso fa buon sangue, allora invece del discorso ridiamo tutti.  Guardo con stima a voi artisti che vi esprimete con il linguaggio della comicità, dell’umorismo, dell’ironia, quanta saggezza c’è lì”. Lo ha detto il Papa, stamane, ricevendo in udienza una rappresentanza degli artisti del mondo dell’umorismo provenienti da diversi Paesi.

“Voi avete e coltivate il dono di far ridere. In mezzo a tante notizie cupe, immersi come siamo in tante emergenze sociali e anche personali, voi – ha aggiunto - avete il potere di diffondere la serenità e il sorriso. Siete tra i pochi ad avere la capacità di parlare a persone molto differenti tra loro, di generazioni e provenienze culturali diverse.

“A modo vostro – ha detto ancora il Papa - voi unite la gente, perché il riso è contagioso. È più facile ridere insieme che da soli: la gioia apre alla condivisione ed è il miglior antidoto all’egoismo e all’individualismo. Ridere aiuta anche a rompere le barriere sociali, a creare connessioni tra le persone. Il divertimento giocoso e il riso sono centrali nella vita umana, per esprimersi, per imparare, per dare significato alle situazioni. Il vostro talento è un dono prezioso. Insieme al sorriso diffonde pace, nei cuori, tra le persone, aiutandoci a superare le difficoltà e a sopportare lo stress quotidiano. Ci aiuta a trovare sollievo nell’ironia e a prendere la vita con umorismo”.

“Quando riuscite a far sgorgare sorrisi intelligenti dalle labbra anche di un solo spettatore – ha concluso il Pontefice - fate sorridere anche Dio. La risata dell’umorismo non è mai contro qualcuno, ma è sempre inclusiva, propositiva, suscita apertura, simpatia, empatia. Si può ridere anche di Dio? Certo, come si gioca e si scherza con le persone che amiamo. Si può fare ma senza offendere i sentimenti religiosi dei credenti, soprattutto dei poveri”.