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Il Papa: "I movimenti chiusi vanno cancellati, non sono ecclesiali"

Udienza ai partecipanti all’Incontro annuale con i moderatori delle associazioni di fedeli, dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità

Papa Francesco durante un'udienza generale |  | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco durante un'udienza generale | | Vatican Media / ACI Group

Riflettere sulla sinodalità e sulla chiusura dei movimenti. Questo è l'invito che Papa Francesco ha rivolto ai partecipanti all’Incontro annuale con i Moderatori delle associazioni di fedeli, dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità, promosso dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita sul tema “La sfida della sinodalità per la missione”.

"Sono contento di incontrarvi, e colgo l’occasione per riflettere con voi sulla sinodalità, che avete scelto come tema della vostra giornata di incontro. Più volte ho ripetuto che il cammino sinodale richiede una conversione spirituale, perché senza un cambiamento interiore non si raggiungono risultati duraturi. Il mio desiderio, infatti, è che, dopo questo Sinodo, la sinodalità rimanga come modo di agire permanente nella Chiesa, a tutti i livelli, entrando nel cuore di tutti, pastori e fedeli, fino a diventare uno stile ecclesiale condiviso. Tutto ciò, però, richiede un cambiamento che deve avvenire in ognuno di noi, una vera e propria conversione”, commenta il Pontefice ai presenti in Udienza.

"È stato un cammino lungo. Pensate che il primo che ha visto che c’era bisogno della sinodalità nella Chiesa latina è stato San Paolo VI, quando dopo il Concilio ha creato il Segretariato per il Sinodo dei Vescovi. La Chiesa orientale aveva conservato la sinodalità, invece la Chiesa latina l’aveva persa. È stato San Paolo VI ad aprire questa via. E oggi, a quasi 60 anni, possiamo dire che la sinodalità è entrata nel modo di agire della Chiesa. La cosa più importante di questo Sinodo sulla sinodalità non è tanto trattare questo problema o quell’altro. La cosa più importante è il cammino parrocchiale, diocesano e universale nella sinodalità", dice Francesco.

Pensare secondo Dio, superare ogni chiusura e coltivare l’umiltà. Questi i tre consigli del Papa.

Pensare secondo Dio. "Ecco il primo grande cambiamento interiore che ci viene chiesto: passare da un pensiero solo umano al pensiero di Dio”, dice Francesco. "Quello che io ho in mente, quello che noi come gruppo abbiamo in mente, è veramente il “pensiero di Dio”?, questa la domanda del Papa.

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"Dio è sempre più grande delle nostre idee, è più grande della mentalità dominante, delle “mode ecclesiali” del momento, anche del carisma del nostro particolare gruppo o movimento. Perciò, non diamo mai per scontato di essere “sintonizzati” con Dio: cerchiamo piuttosto sempre di elevarci al di sopra di noi stessi per convertirci a pensare secondo Dio e non secondo gli uomini", sottolinea Papa Francesco.
Secondo: "superare ogni chiusura". "Stiamo attenti per favore alla tentazione del “cerchio chiuso”. I Dodici erano stati scelti per essere il fondamento del nuovo popolo di Dio, aperto a tutte le nazioni della terra, ma gli Apostoli non colgono questo orizzonte grande: si ripiegano su sé stessi e sembrano voler difendere i doni ricevuti dal Maestro – guarire i malati, cacciare i demoni, annunciare il Regno – come se fossero dei privilegi", dice Francesco.

"La sinodalità ci chiede invece di guardare oltre gli steccati con grandezza d’animo, per vedere la presenza di Dio e la sua azione anche in persone che non conosciamo, in modalità pastorali nuove, in ambiti di missione in cui non ci eravamo mai impegnati prima; ci chiede di lasciarci colpire, anche “ferire” dalla voce, dall’esperienza e dalla sofferenza degli altri: dei fratelli nella fede e di tutte le persone che ci stanno accanto", commenta Papa Francesco.

Coltivare l’umiltà. "Comprendiamo qui che la conversione spirituale deve partire dall’umiltà, che è la porta d’ingresso di tutte le virtù. A me fa tristezza quando trovo cristiani che si vantano: perché io sono prete da qui, o perché sono laici da là, perché io sono di questa istituzione... Questa è una cosa brutta. L’umiltà è la porta, è l’inizio. E anche questo ci spinge a interrogarci: ma io cosa cerco davvero nei rapporti con i miei fratelli di fede? Perché porto avanti certe iniziative nella Chiesa?", sottolinea il Papa.
Francesco mette in evidenza che "i movimenti ecclesiali sono per il servizio, non per noi stessi. È triste quando si sente che “io appartengo a questo, all’altro, all’altro”, come se fosse una cosa superiore. I movimenti ecclesiali sono per servire la Chiesa, non sono in sé stessi un messaggio, una centralità ecclesiale. Sono per servire".

Il Papa conclude dicendo che "i movimenti chiusi vanno cancellati, non sono ecclesiali".