Città del Vaticano , giovedì, 13. giugno, 2024 11:37 (ACI Stampa).
Riflettere sulla sinodalità e sulla chiusura dei movimenti. Questo è l'invito che Papa Francesco ha rivolto ai partecipanti all’Incontro annuale con i Moderatori delle associazioni di fedeli, dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità, promosso dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita sul tema “La sfida della sinodalità per la missione”.
"Sono contento di incontrarvi, e colgo l’occasione per riflettere con voi sulla sinodalità, che avete scelto come tema della vostra giornata di incontro. Più volte ho ripetuto che il cammino sinodale richiede una conversione spirituale, perché senza un cambiamento interiore non si raggiungono risultati duraturi. Il mio desiderio, infatti, è che, dopo questo Sinodo, la sinodalità rimanga come modo di agire permanente nella Chiesa, a tutti i livelli, entrando nel cuore di tutti, pastori e fedeli, fino a diventare uno stile ecclesiale condiviso. Tutto ciò, però, richiede un cambiamento che deve avvenire in ognuno di noi, una vera e propria conversione”, commenta il Pontefice ai presenti in Udienza.
"È stato un cammino lungo. Pensate che il primo che ha visto che c’era bisogno della sinodalità nella Chiesa latina è stato San Paolo VI, quando dopo il Concilio ha creato il Segretariato per il Sinodo dei Vescovi. La Chiesa orientale aveva conservato la sinodalità, invece la Chiesa latina l’aveva persa. È stato San Paolo VI ad aprire questa via. E oggi, a quasi 60 anni, possiamo dire che la sinodalità è entrata nel modo di agire della Chiesa. La cosa più importante di questo Sinodo sulla sinodalità non è tanto trattare questo problema o quell’altro. La cosa più importante è il cammino parrocchiale, diocesano e universale nella sinodalità", dice Francesco.
Pensare secondo Dio, superare ogni chiusura e coltivare l’umiltà. Questi i tre consigli del Papa.
Pensare secondo Dio. "Ecco il primo grande cambiamento interiore che ci viene chiesto: passare da un pensiero solo umano al pensiero di Dio”, dice Francesco. "Quello che io ho in mente, quello che noi come gruppo abbiamo in mente, è veramente il “pensiero di Dio”?, questa la domanda del Papa.