Padova , giovedì, 13. giugno, 2024 9:00 (ACI Stampa).
In continuità iconografica con lo scorso anno, ed al tempo stesso calata nell’attualità, l’immagine scelta per la manifestazione antoniana di quest’anno, giunta alla sua 18^ edizione, è ancora un affresco di Pietro Annigoni custodito nella ‘Cappella delle Benedizioni al Santo’, sulla parete di destra: ‘Sant’Antonio affronta il tiranno Ezzelino da Romano’. L’opera, che guarda l’affresco ‘Sant’Antonio che predica ai pesci’, utilizzata lo scorso anno, raffigura l’incontro con Ezzelino da Romano, che si racconta essere accaduto poche settimane prima della morte del santo, secondo l’agiografia nel palazzo del tiranno a Verona nel maggio del 1231. Sebbene indebolito nel fisico e stremato nelle forze, sant’Antonio si recò a perorare la liberazione del conte Rizzieri di san Bonifacio e di altri nobili padovani catturati in battaglia durante un agguato, animato da umana solidarietà e con un’audacia quasi temeraria. Le sue parole però non sortirono effetto e fu cacciato dal despota.
Quindi il significato di questo episodio è il fil rouge della rassegna di quest’anno che guarda all’attualità: ‘Antonio difensore dei più deboli’, siano essi vittime del terrorismo o di guerre; donne maltrattate, violate o uccise dagli uomini; persone disabili o persone alla ricerca di giustizia e capaci di perdono, come ha raccontato padre Antonio Ramina, rettore della basilica di sant’Antonio da Padova:
“Molto probabilmente sant’Antonio ha capito ben presto che per cercare e incontrare Dio occorre chinarsi sui più deboli e sui più indifesi. I grandi uomini di fede lo capiscono subito: cercare Dio è impossibile se si escludono dai propri orizzonti le persone povere e indifese. Perché Dio ha cura di loro. La sua non è una scelta solo di carattere ‘sociale’, ma una scelta umana e di fede, allo stesso tempo. Gesù nel suo Vangelo ha ‘raccontato’ a tutti il volto misericordioso del Padre. Ed i primi a capirlo sono sempre stati i poveri. In questo Antonio ha cercato di seguire lo stesso stile di Gesù”.
Sant’Antonio dove trova la forza per affrontare il tiranno Ezzelino da Romano?
“Sant’Antonio trova questa forza semplicemente in se stesso, si potrebbe dire; nel senso che in se stesso ha sempre coltivato una grande amicizia e profondità con il Signore. Quando la fede diventa la ‘bussola’ e il senso della vita, allora emergono anche energie e coraggio inaspettati. Non si è più troppo preoccupati di se stessi, di perdere qualcosa; ci si sente al sicuro nelle mani di Dio, nel suo cuore. Ed allora anche le sfide che sembrano insormontabili diventano meno paurose. Sant’Antonio affronta il tiranno sapendo di non essere solo, di agire ‘per conto’ di Dio. Forse aveva anche fiducia che quel tiranno, in fondo, si sarebbe sentito toccato, mosso a cambiare. Sempre così: fede in Dio, fede nell’umano. Un unico anello”.