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Papa Francesco in dialogo con i sacerdoti di fascia media all’Università Salesiana

Il Papa ha incontrato i sacerdoti ordinati dagli 11 ai 39 anni fa. Pandemia, povertà crescente, guerra, migrazioni, emergenze giovanili tra i temi del colloquio

Papa Francesco, Pontificia Università Salesiana | Papa Francesco con i sacerdoti della diocesi di Roma, Pontificia Università Salesiana | Vatican Media / ACI Gropup
Papa Francesco, Pontificia Università Salesiana | Papa Francesco con i sacerdoti della diocesi di Roma, Pontificia Università Salesiana | Vatican Media / ACI Gropup
Papa Francesco | Papa Francesco arriva alla Pontificia Università Salesiana, 11 giugno 2024 | Fr. Titus Ngapemba
Papa Francesco | Papa Francesco arriva alla Pontificia Università Salesiana, 11 giugno 2024 | Fr. Titus Ngapemba

Un colloquio che è stato centrato sulle conseguenze della pandemia, sulla povertà crescente, sulla guerra e sulle migrazioni, e sulle emergenze giovanili territorio di missione quello che Papa Francesco ha avuto con i sacerdoti ordinati dagli 11 ai 39 anni fa, i cosiddetti sacerdoti di fascia media, alla Pontificia Università Salesiana di Roma.  Ma si è parlato anche del tema dell’ammissione nei seminari di persone con tendenze omosessuali. Il Papa, secondo le comunicazioni ufficiali, avrebbe ribadito “la necessità di accoglierle e accompagnarle nella Chiesa e l’indicazione prudenziale del Dicastero per il Clero circa il loro ingresso in seminario”.

Arrivato alle 16 all’Ateneo Salesiano, rimasto 15 minuti a salutare tutti fuori, il Papa ha così svolto nell’ateneo salesiano il terzo e ultimo incontro con i suoi preti, dopo quello con i sacerdoti anziani dai 40 anni di ordinazione nella parrocchia di San Giuseppe al Trionfale, il 14 maggio, e quello con i più giovani fino a 10 anni di Messa, nella casa delle Pie Discepole del Divin Maestro, in zona Portuense, il 29 maggio.

Riferisce Vatican News che erano circa 160 i preti presenti, e che hanno avuto un dialogo aperto con il Papa.  Parlando con alcuni giornalisti presenti, Papa Francesco ha detto che al g7 del 14 giugno prossimo parlerà di intelligenza artificiale e pace e avrà alcuni colloqui bilaterali – il Papa ha detto 6 o 7, ma è tutto da definire.

Nel cortile è stato accolto dal vice gerente, l’arcivescovo Baldo Reina, e dal cardinale Ángel Fernández Artime, rettor maggiore della Congregazione salesiana, che gli ha presentato alcuni dei presenti. A tutti il Papa ha fatto dono di un Rosario.

In un comunicato, la Sala Stampa della Santa Sede rende noto che “Dopo un breve saluto di S.E. Mons. Di Tolve e un momento di preghiera, si è aperto il colloquio tra il Papa e i preti presenti”.

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La Sala Stampa sottolinea che tra i temi affrontati ci sono stati “quelli della pastorale legati alla diocesi, al ruolo e all’identità del sacerdote, e alla bellezza di essere preti. In risposta alle domande, il Papa ha citato il modello di don Milani, ‘un grande, una luce per il prete italiano’, il rischio di cadere nella mondanità, e ha parlato del bisogno di allargare l’accoglienza nelle parrocchie ‘a tutti, tutti, tutti’””

Si legge ancora che “è emersa con forza la domanda della sofferenza delle persone, da accompagnare con vicinanza, compassione e tenerezza, tre qualità di Dio, da vivere - diceva il Papa - particolarmente per i vecchi

 In questo senso – aggiunge la comunicazione – “si è parlato dell’importanza della pastorale ospedaliera e delle difficoltà della città di Roma, dell’emergenza abitativa, invitando alla generosità le congregazioni religiose provviste di strutture, del diffondersi delle droghe, della tragedia della solitudine, dei tanti che vivono il proprio dolore nell’invisibilità”.

Nella vita di un prete l’invisibile è più importante del visibile, perché più denso, più doloroso” ha detto il Papa, e ha aggiunto “Il nostro lavoro come preti è andare a cercare questa gente” perché “La chiesa o è profetica o è clericale: tocca a noi scegliere”.

Il comunicato afferma che “il dialogo si è soffermato sull’attuale situazione in Europa e nel mondo e il Papa ha citato con dolore le guerre in corso, in Terra Santa, Ucraina, ma anche in Myanmar, in Congo, e gli ingenti investimenti nelle armi, negli anticoncezionali, nelle spese veterinarie e nella chirurgia estetica. In tal senso ha esortato a lavorare nel magistero sociale della Chiesa, a un maggiore impegno per il bene comune, per la pace, e, in tempi di disimpegno e astensionismo, nella politica, ‘la più alta forma di carità’.”

Il Papa ha anche ringraziato il cardinale Angelo de Donatis, penitenziere maggiore e vicario emerito per la diocesi di Roma. Il Papa ne ha lodato la grande “capacità di capire e di perdonare”, qualità preziose nel suo nuovo ruolo, dov’è chiamato ad essere “espressione del volto misericordioso del Padre”.

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Infine, si legge ancora, “nel concludere il Papa ha parlato del pericolo delle ideologie nella Chiesa ed è tornato sul tema dell’ammissione nei seminari di persone con tendenze omosessuali, ribadendo la necessità di accoglierle e accompagnarle nella Chiesa e l’indicazione prudenziale del Dicastero per il Clero circa il loro ingresso in seminario”.

Quindi, Papa Francesco ha rivolto un ringraziamento ai preti presenti per il loro lavoro, esortandoli a continuare nel loro impegno, al discernimento comunitario e all’ascolto di tutti coloro che ad essi si rivolgono.

(articolo aggiornato alle 20.04 con la comunicazione della Sala Stampa della Santa Sede)