Città del Vaticano , lunedì, 10. giugno, 2024 10:16 (ACI Stampa).
“Nel ritornare a farvi visita, provo sentimenti di gratitudine e di letizia. Vengo a incontrare l’intera città, che pressoché dalla sua nascita ha avuto una chiara e costante vocazione di universalità. Per i fedeli cristiani questo ruolo non è stato frutto del caso, ma è corrisposto a un disegno provvidenziale”. Con queste parole Papa Francesco ha aperto il suo discorso per la visita in Campidoglio, la seconda dall’inizio del suo pontificato.
L’arrivo del Cristianesimo a Roma – ha ricordato il Pontefice - ha “permeato e trasformato la vita delle persone e delle stesse istituzioni. Alle persone avrebbe offerto una speranza ben più radicale e inaudita; alle istituzioni la possibilità di evolvere a uno stadio più elevato, abbandonando a poco a poco un istituto come quello della schiavitù, che anche a tante menti colte e a cuori sensibili era parso come un dato naturale e scontato, per nulla suscettibile di essere abolito. Questo della schiavitù è un esempio molto significativo del fatto che anche raffinate civiltà possono presentare elementi culturali così radicati nella mentalità delle persone e dell’intera società da non essere più avvertiti come contrari alla dignità dell’essere umano”.
Ciò – ha puntualizzato il Papa – “si verifica anche ai nostri giorni, quando, quasi inconsapevolmente, si rischia a volte di essere selettivi e parziali nella difesa della dignità umana, emarginando o scartando alcune categorie di persone, che finiscono per ritrovarsi senza adeguata protezione”.
Dopo aver ricordato le varie tappe della storia di Roma, dai Cesari ai Papi “alcune volte con comportamenti non felici”, da Porta Pia alla conciliazione, Francesco ha sottolineato come la Città si sia “sempre confermata, anche in queste fasi storiche più recenti, nella sua vocazione universale. Ora Roma si appresta a ospitare il Giubileo del 2025. Tale evento è di carattere religioso, un pellegrinaggio orante e penitente per ottenere dalla misericordia divina una più completa riconciliazione con il Signore”.