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D-Day, Papa Francesco ricorda lo sbarco Alleato in Normandia

All’alba del 6 giugno 1944 sulle coste della Normandia, nel nord della Francia, centinaia di migliaia di soldati Alleati sbarcarono per mettere fine all’occupazione nazista della Francia e dell’Europa

Il cimitero americano di Omaha Beach, in Normandia |  | Marco Mancini Acistampa Il cimitero americano di Omaha Beach, in Normandia | | Marco Mancini Acistampa

All’alba del 6 giugno 1944 sulle coste della Normandia, nel nord della Francia, centinaia di migliaia di soldati Alleati sbarcarono per mettere fine all’occupazione nazista della Francia e dell’Europa.

Decine di migliaia di soldati anglo-americani, e non solo, rimasero uccisi su quelle spiagge nelle prime ore del D-Day.

Anche il Papa ha voluto ricordare l’evento a 80 anni di distanza, con un messaggio inviato a Monsignor  Jacques Habert, Vescovo di Bayeux e Lisieux.

“Ricordiamo – scrive Francesco - il colossale e impressionante sforzo collettivo e militare compiuto per ripristinare la libertà. E pensiamo anche al costo di questo sforzo: questi immensi cimiteri dove si allineano migliaia di tombe di soldati - la maggior parte dei quali giovanissimi e molti dei quali venuti da lontano - che hanno eroicamente dato la vita, ponendo così fine alla Seconda Guerra Mondiale e ristabilendo la pace, una pace che - almeno in Europa - durerà quasi 80 anni. E vogliamo ricordare le innumerevoli vittime civili innocenti e tutti coloro che hanno sofferto per questi terribili bombardamenti”.

Ma gli sbarchi del D-Day – prosegue Francesco - evocano più in generale la catastrofe rappresentata da questo spaventoso conflitto mondiale. Sarebbe inutile e ipocrita ricordarlo senza condannarlo e respingerlo una volta per tutte, senza ripetere il grido di San Paolo VI dal palco delle Nazioni Unite il 4 ottobre 1965: Mai più la guerra! Se per alcuni decenni la memoria degli errori del passato ha sostenuto la ferma determinazione a fare tutto il possibile per evitare un nuovo conflitto mondiale aperto, noto con tristezza che oggi non è più così e che gli uomini hanno la memoria corta. Che questa commemorazione ci aiuti a recuperarla! È preoccupante, infatti, che a volte si torni a prendere in seria considerazione l'eventualità di un conflitto generalizzato, che si prenda gradualmente confidenza con questa inaccettabile possibilità. La gente vuole la pace! Minare questo nobile ordine di cose per ambizioni ideologiche, nazionalistiche o economiche è un grave errore davanti all'umanità e alla storia, un peccato davanti a Dio. Preghiamo per gli uomini che vogliono le guerre, per coloro che le iniziano, le fomentano insensatamente, le mantengono e le prolungano inutilmente o ne traggono cinicamente profitto. Che Dio illumini i loro cuori e metta davanti ai loro occhi la scia di disgrazie che provocano”.

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Preghiamo – conclude Papa Francesco - per le vittime delle guerre, sia del passato che del presente. Che Dio accolga tutti coloro che sono morti in questi terribili conflitti e che venga in aiuto di tutti coloro che soffrono oggi; i poveri e i deboli, gli anziani, le donne e i bambini sono sempre le prime vittime di queste tragedie”.

Anche i Vescovi francesi hanno voluto ricordare il D-Day.

A questi coraggiosi combattenti – scrivono i Vescovi d’Oltralpe - dobbiamo la libertà, la prosperità e la pace in cui viviamo in Europa occidentale. L'immensa lotta che hanno condotto ha trasformato l'ordine politico del mondo, ha promosso in tutti i popoli l'idea di autodeterminazione, uguaglianza politica e libertà, e ha portato alla fine degli imperi coloniali. Dobbiamo a loro anche la capacità che abbiamo oggi di rivisitare la nostra storia alla ricerca di una più alta coscienza morale”.

“Il 6 giugno – aggiunge la Conferenza Episcopale Francese - lo ricordiamo con gratitudine, con infinita gratitudine. Pensiamo alle famiglie che, quel giorno e nei giorni successivi, hanno perso uno dei loro cari. Preghiamo per tutti loro, consapevoli del debito che abbiamo nei loro confronti. Preghiamo uniti, da tutte le confessioni cristiane e insieme con i nostri fratelli e sorelle di tutte le religioni”.

“A ottant'anni dal D-Day – prosegue il messaggio - vorremmo poter gioire, senza rimpianti, per aver trasformato l'Europa in un continente pacifico. Negli ultimi decenni, dopo la fine dell'Unione Sovietica e, più recentemente, l’invasione dell'Ucraina, ci hanno ricordato che interessi, bisogni e paure possono riaccendere la macchina della guerra. Che il ricordo dello sbarco in Normandia possa rinnovare il nostro desiderio di servire un'autentica cultura della pace, benefica per la Francia, per l'Europa e per il mondo”.