Hong Kong , martedì, 4. giugno, 2024 18:00 (ACI Stampa).
Il 4 giugno dal 1989, al culmine di una serie di proteste che coinvolsero larghe fasce della società cinese, tra cui molti intellettuali, l’esercito della Repubblica Popolare Cinese aprì il fuoco contro i dimostranti in piazza Tiananmen, a Pechino, causando un numero incerto di morti calcolato dalle centinaia alle migliaia. In occasione del 35esimo anniversario dei fatti di Tiananmen, il Cardinale Stephen Chow, vescovo di Hong Kong, ricorda il cosiddetto “incidente” con una riflessione pubblicata sul Sunday Examiner, la rivista della diocesi.
Si tratta di una riflessione importante. Il Cardinale Chow, gesuita, ha preso il compito, da vescovo di Hong Kong, di cercare di gettare “ponti” verso la Cina continentale, in una situazione comunque complessa: ha viaggiato in Guandong, ha viaggiato nell’arcidiocesi di Pechino e ne ha ricevuto i rappresentanti ad Hong Kong, ha stabilito un dialogo con il governo cinese che ha permesso anche di stabilire una università cattolica ad Hong Kong. Parlare dei fatti di Tiananmen, innominabili per Pechino, testimonia anche la volontà di non cedere sui diritti umani, considerando che appena qualche giorno fa le autorità cinesi hanno compiuto nuovi arresti per una iniziativa su Facebook che intendeva commemorare le veglie che fino al 2019 si erano tenute ogni anno a Pechino per commemorare Tiananmen.
Il testo della riflessione è stato tradotto da Asia News, che ha ricordato anche come lo stesso cardinale Chow, già dopo la sua nomina a vescovo di Hong Kong, in una intervista a Mondo e Missione pubblicata nel 2022 aveva raccontato di essere entrato in Amnesty International nel 1989, colpito proprio dagli “incidenti” che lo avevano “molto colpito” e “messo in contatto con la mia identità cinese”. Ora chiede un passaggio ulteriore, un “perdono” che possa permettere alla Cina di voltare pagina e di guardare al futuro in maniera più ottimista.
Senza mai nominare Tiananamen, il Cardinale Chow scrive che “siamo di nuovo molto vicini a quel periodo dell'anno. Vorrei dire qualcosa che trasmetta la tristezza e la speranza, che coesistono nell'evento che ha distrutto la vita 35 anni fa nella capitale”.
Il cardinale ha aggiunto che “per quanto alcuni vogliano che questo evento venga archiviato, per molti rimane motivo di sofferenza. La psiche umana è complessa e ha una volontà propria, non segue sempre prontamente le richieste esterne. Forse è proprio questo a renderci esseri umani non sempre prevedibili, ma profondamente interessanti con potenzialità sconosciute”.