Roma , lunedì, 3. giugno, 2024 16:00 (ACI Stampa).
La collana ‘Io sono polvere’ delle Edizioni Messaggero di Padova, dedicata ad Albino Luciani, si arricchisce di un nuovo libro:’Un cireneo per il vescovo Albino Luciani’, scritto dalla giornalista Romina Gobbo, che ha raccolto gli aneddoti di mons. Pietro Paolo Carrer, ‘cireneo’ del futuro papa con la prefazione del card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano e presidente della Fondazione Vaticana ‘Giovanni Paolo I’.
L’intervista esclusiva a don Carrer, che ha prestato servizio a mons. Albino Luciani dal 1961 al 1963, fissa con delicatezza e vivacità ricordi, memorie e pensieri, molti dei quali inediti, del giovane sacerdote segretario e autista dell’allora vescovo di Vittorio Veneto. ‘Cireneo’, appellativo dato da Luciani al suo fido compagno di viaggi e di viaggio, è un termine ricercato, in linea con la profonda erudizione del futuro papa, ma soprattutto è un termine evangelico, che rimanda a quel Simone di Cirene che aiuta Gesù a portare la croce.
Attraverso i due incontri con don Pietro Paolo Carrer, che ha percorso con il vescovo di Vittorio Veneto un pezzo di strada, l’autrice riesce a illuminare la figura di Luciani da un’angolazione originale, mettendo insieme un aneddoto dietro l’altro, come ha scritto l’autrice nell’introduzione:
“Della vita e delle opere di Albino Luciani sappiamo molto. Soprattutto da quando il 23 novembre 2003 iniziò l’inchiesta diocesana per la causa di canonizzazione del papa di origini agordine, le ricerche si sono intensificate, facendo emergere particolari inediti sulla sua vita e sul suo operato. Ma, quello che risultò poi essere fondamentale per la proclamazione delle virtù eroiche prima, e per la beatificazione poi, fu la presa di consapevolezza di quanto Luciani fosse amato dai cattolici di tutto il mondo.
L’uomo, il sacerdote, il vescovo, il patriarca, il papa, che aveva fatto dell’umiltà la cifra della sua vita, improvvisamente balzava agli onori della cronaca. Chissà se tutta questa popolarità gli avrebbe fatto piacere. E’ scaturita da questa domanda di don Pietro Paolo Carrer, che di Albino Luciani fu segretario, l’idea di tracciare un ritratto più intimo degli anni in cui fu vescovo di Vittorio Veneto. Mi resi conto che sarebbe stato possibile solo ascoltando il sacerdote che per due anni gli aveva prestato un servizio fedele, e anche affettuoso. La vicinanza con Luciani, la condivisione di spazi e impegni lo rendeva un osservatore privilegiato”.