Roma , venerdì, 31. maggio, 2024 9:00 (ACI Stampa).
Sopra il capo di padre Antonio Luigi Piccolo, Rettore Generale dell’Ordine della Madre di Dio, campeggia in tutta la sua bellezza un enorme quadro che ritrae il fondatore dell’importante istituzione religiosa da lui fondata, San Giovanni Leonardi. Gli occhi del santo sono rivolti al Cielo, in contemplazione. L’ufficio dove ci accoglie padre Piccolo è tutto immerso nel silenzio - un silenzio che ha sapore di preghiera - seppur ci troviamo a pochi passi da una delle piazze più trafficate della Capitale: piazza Venezia. AciStampa è andata a trovare il XXXIV successore di San Giovanni Leonardi per parlare di una delle più belle feste mariane che non a caso chiude il mese di maggio, il mese per antonomasia dedicato alla Vergine Maria: è la Festa della Visitazione di Maria a Santa Elisabetta.
Padre Piccolo, prima di tutto, come nasce questa festa? Qual è il suo percorso all’interno della storia della Chiesa?
L'origine della festa potremmo definrila un po’ “occasionale”. Prima informazione: nasce a Bisanzio quando il 2 luglio si celebrava la deposizione delle vesti della Theotókos. In questa occasione veniva letto l’Evangelo dell’episodio della Visitazione di Maria a Santa Elisabetta. Succesivamente, nel XIV secolo, Papa Urbano VI ufficializzerà tale festa per chiedere alla Vergine Maria di far cessare il grande scisma presente nella Chiesa in quel momento storico. La data era fissata ancora una volta al 2 luglio. Solo con la riforma liturgica del Concilio Vaticano II verrà poi collocata al 31 maggio, come conclusione del mese mariano per eccellenza. In sintesi è una festa che è presente nella storia della Chiesa dal XII-XIII e che ancora oggi rappresenta un momento importante per riflettere sull’importanza che la Madre di Dio ha avuto nel Progetto di Salvezza di Dio per tutta l’umanità.
Un Progetto che inizia con un altro altrettanto importante episodio della vita di Maria: l’Annunciazione.
Certamente: non si può leggere la festa della Visitazione disgiunta dall’Annunciazione. Nell’Annunciazione, Dio, mette nel cuore della Vergine una gioia, un’allegria, una consapevolezza del Suo Progetto su Lei: in sintesi, cominciano a nascere i frutti che saranno poi cantati da Maria del Magnificat. Questo episodio non può che essere legato a quello successivo: Maria, prima di tutto, grazie proprio all’Annuncio dell’Arcangelo Gabriele è consapevole che lo sguardo del Signore si sia posato su di Lei. Una consapevolezza che poi canterà nel Magnificat. C’è poi l’incontro con Elisabetta: in questo dialogo fra le due donne, la Vergine ha conferma di ciò che Le è stato detto dall’Arcangelo. Maria aspetta un figlio, ma anche Elisabetta ne aspetta uno. Sono due esperienze di maternità davvero speciali: da una parte abbiamo il precursore del Salvatore, Giovanni; dall’altro Colui che salverà il mondo, Gesù Cristo.