Città del Vaticano , sabato, 25. maggio, 2024 10:40 (ACI Stampa).
Papa Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti all’Incontro Internazionale promosso da “Somos Community Care” in collaborazione con la Pontificia Accademia per la Vita. "Insieme, in questi giorni, avete voluto riflettere sull’importanza di rivalutare il ruolo e la presenza, in ambito sanitario e sociale, del medico di famiglia, e ciò è molto bello, perché si tratta di una figura fondamentale, che unisce in sé competenza e prossimità. Vorrei perciò sottolineare brevemente due aspetti di questa missione, proprio a partire dalla sua definizione: quello di essere medico e quello di essere “di famiglia”. Il Papa accoglie i presenti con queste parole.
Per Francesco il medico è "colui che si prende cura". "Quando stiamo male, nel medico cerchiamo, oltre al professionista competente, una presenza amica su cui contare, che ci infonda fiducia nella guarigione e che, anche quando questa non fosse possibile, non ci lasci soli, ma continui a guardarci negli occhi e ad assisterci, fino alla fine. Il medico di famiglia è così, presente, vicino, capace di dare calore oltre che assistenza professionale, perché conosce personalmente i suoi pazienti e i loro cari e cammina con loro, giorno per giorno, anche a costo di sacrifici", commenta il Pontefice.
"Io ricordo da bambino il medico di famiglia che veniva a casa, ci guariva; ricordo anche la ostetrica di famiglia perché siamo in cinque, così quando veniva quella donna con la valigia, sapevamo che arrivava un fratellino! È una familiarità il medico di famiglia di allora e ho tanti bei ricordi del medico di famiglia", confida Papa Francesco.
"Cura e familiarità sono due doni di grande valore per chi soffre! Come dicevo, io ho tanti bei ricordi del medico di famiglia. Ricordo - io sono nato nel ’36 - ricordo un 15 luglio del ’42, la mamma era in attesa del quarto e io e i miei fratelli, mio fratello era con un’influenza, è venuto il medico e ha detto: “Sto guardando...”. Un ricordo molto bello! E ci dà la medicina, era un raffreddore, un’influenza. E poi si avvicinò alla mamma, la mamma era lì con papà e le ha toccato la pancia dicendo: “Eh, è tempo già! Speriamo...”. E quella stessa sera nacque il quarto. Questi ricordi di tenerezza, di familiarità del medico di famiglia, sono cose che io porto con me perché in quel tempo le cose erano così, tanto belle!", conclude con questo aneddoto il Papa.