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Jérôme Lejeune, lo scienziato amico di Giovanni Paolo II e le sfide della bioetica

Il secondo Congresso internazionale a Roma per parlarne in attesa della canonizzazione

Jérôme Lejeune |  | amislejeune.org Jérôme Lejeune | | amislejeune.org

"Siamo molto felici perché la causa di  beatificazione ha fatto un bel passo avanti nel 2021, il 21 gennaio perché il Santo padre ha dichiarato Jérôme Lejeune venerabile dunque le sue virtù sono stati dichiarate eroiche che ovviamente è un grande passo perché mostra che veramente lui ha vissuto una vita bellissima luminosa e che può essere un esempio per noi tutti e lo vediamo sopratutto nel campo della medicina perché se facciamo questo convegno oggi qui con 400 persone del mondo intero significa che per loro tutti è un modello io direi una luce nel buio della bioetica di oggi".

É emozionata e felice Aude Dugast la postulatrice di Jérôme Lejeune, il medico che Giovanni Paolo II ha voluto al suo fianco per creare la Pontificia Accademia per la Vita.

Il 17 e 18 maggio a Roma si è svolto l'annuale convegno sulla bioetica organizzato dalla Fondazione che porta il suo nome. Una occasione per fare il punto sulla causa di canonizzazione in corso. Si attende il miracolo, e per questo c'è anche una preghiera al venerabile scienziato. "Sì abbiamo un bel santino con la preghiera con anche alcune frasi dei San Giovanni Paolo II . Come sapete erano grandi amici e alla morte di Jérôme il Papa ha scritto al vescovo di Parigi per dire che per lui era un grande dolore vedere morire questo grande servitore della vita della verità che doveva essere un maestro per noi tutti, e che gli sembrava un segno bellissimo che questo uomo, che ha dato tutta la sua vita, la concludesse  il giorno di Pasqua". Dugast spiega che alcuni brani di questa lettera della preghiera si trovano sul sito dell'associazione Amici di Jérôme Lejeune.

"E l'abbiamo ovviamente in italiano spagnolo inglese francese giapponese tante lingue perché lo chiedono anche da altre culture". Una fama che va oltre il mondo scientifico: "noi pensiamo sempre alla parte medica scientifica i grandi convegni, ma c'è invece anche una una parte diciamo di devozione, persone che sono devote a Lejeune". Il giorno della sua morte sono arrivate migliaia di lettere alla sua famiglia e poi è arrivata una petizione dagli Stati Uniti firmata da 50 persone è stata fatta e mandata al Vaticano per chiedere l'apertura del processo di canonizzazione. Spiega ancora la postulatrice: "E questa fama di santità si è sviluppata è cresciuta in tutto il mondo. Io ricevo delle lettere delle domande dal Brasile alla Nuova Zelanda dagli Stati Uniti al Canada all' Argentina ovviamente dall'Europa." E arrivano delle testimonianze speciali. "Una donna, madre di un bambino malatissimo stava per morire aveva qualche settimana e stava in ospedale e non sapevano cosa aveva, i medici non sapevano che fare. E la sorella gli ha parla di Lejeune. Hanno iniziato a pregare". Il racconto prosegue. "Tre giorni dopo durante la notte è entrato nella camera all'ospedale un giovane medico che non ho mai visto prima (dice la madre del bambino) e in quel momento ho capito che era stato mandato a salvare il mio bambino. Ha lavorato tutta la notte, e la mattina gli altri medici continuano a dire che non si poteva fare nulla. Ma poi arriva di nuovo il giovane medico e spiega al primario cosa ha fatto. E il primario ha l'umiltà di ascoltare questo giovanissimo medico. Fanno un intervento e salvano la vita del mio bambino". La mamma è certa che questo giovane medico è arrivato grazie alle preghiere a Lejeune. Dugast spiega che di lettere così ne arrivano tante e soprattutto di persone che pregano il medico venerabile. Testimonianze di fede e di amore alla vita che arrivano da tutto il mondo. Intanto presto sarà a Roma a presentare la biografia dello scienziato edita da Cantagalli. 

La professoressa Monica Lopez Barahona, presidente della cattedra internazionale di Bioetica ha spiegato che il convegno ha voluto mettere in chiaro non tanto la casistica, ma il metodo per affrontare i temi che sono importanti oggi, come la maternità surrogata, la fecondazione in vitro e il transumanesimo.

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Il lavoro della fondazione che oggi è presente in diversi paesi del modo oltre che in Francia   ha anche lo scopo di aiutare i malati a trovare un miglioramento di vita, ma anche a finanziare progetti di ricerca, e difendere la vita dal concenpimento alla morte naturale. Un insegnamento della bioetica senza ideologia, ma che sia fondata su oggettività e pazienza. E' previsto anche un master in bioetica internazionale, oltre a corsi e al congresso annuale.