Palermo , mercoledì, 22. maggio, 2024 18:00 (ACI Stampa).
La conferenza episcopale siciliana ha pubblicato in dato 14 maggio un Decreto su "esorcismi e preghiere di guarigione e liberazione". Una serie di regole molto chiare su chi effettivamente può mettere in pratica gli esorcismi e i riti di liberazione dal demonio.
Nelle diciotto diocesi di Sicilia, come avviene ormai in tutta Italia, sono tanti i "fedeli che si recano da sacerdoti, e a volte anche da laici, per chiedere di essere liberati da presunte possessioni e/o infestazioni diaboliche causate, a loro dire, da malefici e fatture". E per questo è meglio fare chiarezza.
A rispondere a questi malefici e fatture "sono i sacerdoti che, animati da slancio pastorale e desiderio di confortare il proprio gregge, accolgono e benedicono chi chiede loro aiuto. Nonostante la buona volontà a loro riconosciuta alcuni sacerdoti non agiscono conformemente alle linee guida”, si legge nella nota.
Dunque ci vogliono modi e mezzi approvati. Quali sono? I Vescovi siciliano elencano: "i laici e i religiosi senza ordini sacri in nessun modo e in nessun caso possono pronunciarsi su eventuali possessioni, vessazioni, ossessioni o infestazioni diaboliche, senza aver ricevuto esplicito permesso per iscritto da parte del Vescovo diocesano".
Poi "a nessuno, fosse pure esorcista nominato dal Vescovo diocesano con peculiare ed espressa licenza, è lecito in maniera assoluta dire a qualcuno di aver ricevuto un maleficio e soprattutto di indicare la persona che lo avrebbe fatto, perché ciò può scatenare nelle persone sentimenti di odio".
"Ogni fedele può elevare a Dio preghiere non liturgiche per ottenere la guarigione. Quando tuttavia queste si svolgono in chiesa o in altro luogo sacro, è conveniente che esse siano guidate da un ministro ordinato. Le preghiere di liberazione comunitarie dovranno essere fatte sotto la guida di un sacerdote, utilizzando a questo scopo l’Appendice I del Rito degli esorcismi", si legge ancora nel decreto.