Advertisement

Il Cardinale Zenari: "Siamo tutti coinvolti nella costruzione della pace"

Sabato scorso a Verona, ad ascoltare il Papa all’Arena vi era anche il Cardinale Mario Zenari, Nunzio Apostolico in Siria

Il Cardinale Mario Zenari |  | Aci Stampa Il Cardinale Mario Zenari | | Aci Stampa

Sabato scorso a Verona, ad ascoltare il Papa all’Arena vi era anche il Cardinale Mario Zenari, Nunzio Apostolico in Siria. Al porporato, nativo della provincia di Verona, Aci Stampa ha chiesto un commento al discorso pronunciato dal Pontefice.

Il Papa parla molto chiaramente e ci ha anche un po’ svegliati. Qui lui ha incoraggiato una pace che deve partire anche dal basso, soprattutto dal basso con il popolo che deve essere l’attore principale della pace, non solo i leaders. Portare avanti la voce della gente, che è una voce di pace. Abbiamo visto le testimonianze qui, degli esempi molto toccanti: è possibile! La gente, il popolo, ama la pace, i politici, i leaders ascoltino il popolo.

Si torna a quell’artigianato di pace di cui il Papa parla molto spesso…

E’ chiaro. Siamo tutti coinvolti nella costruzione della pace. Costruire la pace in piedi, come ha detto il Papa. Io vorrei aggiungere anche un’altra cosa: è da 15 anni che sono in Siria, bisogna prevenire i conflitti e non agire dopo quando tutto è distrutto, ma prevenire le guerre. Certi conflitti sono prevedibili. Quello mediorientale ora in corso era prevedibile. Bisogna muoversi prima.

E l’arma – per così dire – è quella del dialogo?

Advertisement

Con il dialogo, la promozione dei diritti umani, delle libertà fondamentali, della dignità umana, altrimenti è chiaro che arriva la guerra. Ricordo poi che Papa San Paolo VI diceva che il nome della pace è anche lo sviluppo: se un popolo è in miseria non è in pace, Paolo VI ebbe questa bella intuizione. Il nome della pace è sviluppo. Io vivo in una popolazione distrutta, che fa la fame, che è ammalata, non è un popolo in pace. Il nome della pace, ripeto, è sviluppo.

Eminenza, Lei è Nunzio Apostolico in Siria, una nazione devastata dalla guerra. Cosa chiede alla comunità internazionale?

Da tre, quattro anni è una guerra dimenticata. E’ sparita dai radar, e questa è un’altra botta per la Siria. Nessuno più ne parla. Bisogna ricominciare a parlarne, a interessarsi, e fare qualcosa. Non dimenticare una nazione così importante nel Medio Oriente.