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Vietnam – Santa Sede, primo incontro dopo la nomina del rappresentante residente

Il gruppo di lavoro congiunto si incontra ad Hanoi. È il primo incontro dopo la nomina di un rappresentante residente e dopo la visita dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher

Vietnam - Santa Sede | L'incontro del Comitato di Lavoro Congiunto Vietnam - Santa Sede del marzo 2023 | Vatican Media Vietnam - Santa Sede | L'incontro del Comitato di Lavoro Congiunto Vietnam - Santa Sede del marzo 2023 | Vatican Media

Non sembra ancora il tempo della nomina di un nunzio e delle piene relazioni diplomatiche, ed effettivamente è passato poco tempo dalla nomina e l’arrivo del primo rappresentante residente della Santa Sede ad Hanoi. Ma le relazioni tra Vietnam e Santa Sede procedono spedite, Hanoi riconosce la “libertà della Chiesa di svolgere la sua missione per il bene dell’intera società”, e gli sviluppi sono positivi.

Dopo il viaggio dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher in Vietnam tra il 9 e il 14 aprile, il primo di un “ministro degli Esteri” vaticano nel Paese, arriva anche il regolare incontro del Gruppo di Lavoro Congiunto tra Vietnam e Santa Sede, tenutosi ad Hanoi lo scorso 17 maggio. L’ultimo era stato a Roma, a marzo dello scorso anno, e aveva portato all’accordo per la nomina di un rappresentante residente ad Hanoi, con tanto di incontro del presidente vietnamita con Papa Francesco. La nomina del rappresentante è poi avvenuta lo scorso 23 dicembre, nella persona dell’arcivescovo Marek Zalewski, nunzio a Singapore, che già era rappresentante non residente nel Paese.

L’incontro del gruppo di lavoro è stato presieduto congiuntamente a livello di viceministri degli Esteri: per il Vietnam, c’era il viceministro degli Esteri Le Thi Thu Hang, per la Santa Sede monsignor Miroslaw Wachowski, sottosegretario per i Rapporti con gli Stati.

Secondo un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, “le due Parti hanno avuto un ampio ed approfondito scambio di vedute circa i rapporti Vietnam – Santa Sede, includendo questioni riguardanti la Chiesa cattolica in Vietnam”.

In modo molto significativo, si legge che “nel riaffermare la libertà della Chiesa di svolgere la sua missione per il bene dell’intera società, esse hanno rilevato che la Comunità cattolica in Vietnam continuerà ad ispirarsi al Magistero della Chiesa riguardante la pratica del ‘vivere il Vangelo nel mondo’ e di essere, nello stesso tempo, buoni cristiani e buoni cittadini”. Si tratta di una formula importante, che prevede un riconoscimento da parte del governo socialista del Vietnam del ruolo della Santa Sede, e che è quello che si spera un giorno si possa avere anche con l’ingombrante vicino cinese.

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Il comunicato sottolinea inoltre che “le due Parti hanno riconosciuto il progresso delle relazioni Vietnam – Santa Sede, grazie ai contatti e alle consultazioni regolari, allo scambio di delegazioni ad alto livello, e alle attività del Rappresentante Pontificio Residente, l’Arcivescovo Marek Zalewski”.

L’incontro è definito come caratterizzato da “un clima di cordialità, di franchezza e di mutuo rispetto”. Prima di ripartire dal Vietnam, la Delegazione della Santa Sede ha reso visita di cortesia ad alcune Autorità del Paese ed ha incontrato l’Arcivescovo di Ha Noi Joseph Vũ Văn Thiên.

Insomma, non ci sono ancora le piene relazioni diplomatiche – il Vietnam è tra i pochi Paesi al mondo che non le hanno con la Santa Sede – ma di fatto i passi avanti necessari si stanno compiendo. Si parla, tra l’altro, di una visita del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, nel vicino futuro, e, in caso la visita avesse luogo, sarebbe quella del più alto rango vaticano mai andato in Vietnam.

Con la nomina del primo rappresentante residente in Vietnam a dicembre 2023, Santa Sede e Hanoi hanno raggiunto il livello più alto di relazioni dal 1975. Il Regolamento del rappresentante residente era stato definito durante la storica visita del presidente Thuong in Vaticano il 14 luglio 2023. Il Regolamento è ancora in fase di definizione e non è ancora stato reso pubblico. 

Tuttavia si tratta di una svolta. In precedenza, i "rappresentanti non residenti" dovevano lavorare molto duramente in termini di viaggio, alloggio e lavoro. Il governo limita le persone ad entrare in Vietnam non più di 3 volte all'anno e a rimanere non più di 3 giorni ogni volta, devono soggiornare in un hotel e non avere la propria auto.

Sulla carta anche il suo lavoro pastorale è limitato, ma in realtà sta diventando sempre più facile viaggiare e celebrare la messaRecentemente ha potuto soggiornare anche per un breve periodo presso i Palazzi Vescovili. Tuttavia, il rappresentante non ha un rapporto “diplomatico” con il Governo, non gode dello stesso status di un diplomatico regolare, ha un indirizzo provvisorio ma non ha sede, non ha personale e non può restare troppo a lungo.

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La grande svolta nelle relazioni diplomatiche è arrivata al X Ciclo di incontri tra Vietnam e Santa Sede del marzo 2023, quando sono stati presi accordi su dove sarà situata la sede, sul numero del personale, sulle attività da svolgere e sul rapporto tra il Rappresentante Residente e lo Stato

Le relazioni Vietnam-Vaticano sono tuttavia complesse e non dimostrano ancora il principio di “reciprocità”. Da quando hanno iniziato le discussioni tra loro nel 1989, le due parti hanno tenuto numerosi incontri per discutere questioni di cooperazione tra le due parti, con l'obiettivo di stabilire una diplomazia bilaterale. 

Come detto, il massimo rango di un rappresentante della Santa Sede in Vietnam è stato a livello di ministro degli Esteri, con la recente prima, storica visita dell’arcivescovo Gallagher.

Al contrario, il Vietnam ha avuto molte visite di leader nazionali in Vaticano: il vice primo ministro Vu Khoan nel 2005, poi del primo ministro Nguyen Tan Dung il 25 gennaio 2007 e poi di una serie di altri alti dirigenti come il presidente Nguyen Minh Triet (dicembre 2009), il segretario generale Nguyen Phu Trong (gennaio 2013), il presidente Tran Dai Quang (novembre 2016), il presidente dell'Assemblea nazionale Nguyen Sinh Hung (marzo 2014), il vice primo ministro generale Truong Hoa Binh (ottobre 2018) e più recentemente il presidente Vo Van Thuong (luglio 2023).

Il Vietnam ha anche invitato Papa Francesco a visitare il Paese, ma è difficile che questo accada senza piene relazioni diplomatiche. Anche perché, al di là dei passi avanti, c’è ancora molta strada da fare. Il Partito Comunista Vietnamita ha per ora “concordato la politica” di migliorare i rapporti con la Santa Sede, ma resta sempre una dottrina atea che ha desiderio di controllare le religioni.

Non solo. Resta uno dei grandi temi scottanti, ovvero la restituzione delle terre e proprietà della Chiesa nazionalizzate a Nord nel 1954 e poi a partire dal 1975 al Sud. E poi, la libertà religiosa è ancora ostacolata in molti luoghi, soprattutto negli altopiani nordoccidentali e centrali.

Per comprendere quanto il passo avanti sia sostanziale, vale la pena guardare a come i rapporti tra Santa Sede e Vietnam si sono sviluppati.

Dal 1975, tutti i rapporti tra Vietnam e Santa Sede furono praticamente interrotti, e solo la visita in Vietnam del Cardinale Roger Etchegaray, al tempo presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace aiutò a riprendere il dialogo. Un dialogo che andò avanti sotto traccia fino allo storico incontro tra Benedetto XVI e il primo ministro di Hanoi Nguyen Tan Dung in Vaticano nel 2007.

Un anno dopo l’incontro, fu costituito il gruppo di lavoro congiunto Vietnam e Santa Sede, che si è finora incontrato dieci volte.