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Giovanni Paolo II a Verona, due beati per la Chiesa

Il prossimo 18 maggio Papa Francesco sarà in visita pastorale a Verona. Nel 1988 – il 17 e 18 aprile – la città scaligera ha accolto Papa Giovanni Paolo II

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Il prossimo 18 maggio Papa Francesco sarà in visita pastorale a Verona: un programma molto intenso e ricco, simile a quello dello scorso 28 aprile a Venezia.

Nel 1988 – il 17 e 18 aprile – la città scaligera ha accolto Papa Giovanni Paolo II in visita pastorale.

“So – disse salutando la popolazione in Piazza Bra - di essere venuto in una città d’eccezione, antica per la sua origine, grande per la sua storia, salda per l’adesione alla fede cristiana, forte per le sue nuove energie, e perciò ricca di speranze per l’avvenire. Verona è prima di tutto un luogo privilegiato per le sue bellezze di natura e di arte. Chi ha definito Verona una “piccola Roma” intendeva esprimere con tale qualifica le glorie di una città antica e sempre viva, che ha saputo acquistare crescente rilevanza politica, economica, culturale, dando origine nel volgere dei secoli a uomini insigni, entrati a far parte del patrimonio della cultura universale”.

Verona è stata e continua a essere – furono le parole di Giovanni Paolo II - una fucina, esempio felice della fusione di vari elementi necessari all’equilibrio e alle sintesi feconde: città e campagna, natura e arte, antichità e modernità, tradizione e originalità, privato e pubblico, persona umana e istanze sociali, autonomia cittadina e inserimento nel contesto regionale-nazionale-internazionale.  Ma Verona è stata ed è anche una città di fede. E quella che è soprattutto per la consistenza della sua vita religiosa, per un cristianesimo concepito come fondamento del vivere personale, familiare e civile. La fede nel Dio vero del Vangelo, che Verona fu tra le primissime città del nord-Italia e dell’Europa ad accogliere, come testimoniano ancora i resti archeologici della vostra Basilica paleocristiana, divenne subito ed è rimasta, attraverso le vicissitudini travagliate della storia, il segreto della sua continua e inesausta vitalità”.

Allo Stadio Bentegodi il Papa presiedette la Messa per la beatificazione dei veronesi Giuseppe Nascimbeni (nativo di Torri del Benaco) e Giovanni Calabria. Fondatori rispettivamente della Congregazione delle Piccole Suore della Sacra Famiglia e delle Congregazioni dei Piccoli Servi e delle Piccole Serve della Divina Provvidenza. Don Calabria fu poi canonizzato dallo stesso Giovanni Paolo II nel 1999.

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Sulla testimonianza apostolica – disse il Papa nell’omelia - si costruisce la fede della Chiesa, di generazione in generazione”. Giuseppe Nascimbeni fu “un testimone singolare del Cristo per la sollecitudine amorosa, intelligente e fattiva verso le necessità del suo popolo; un pioniere nel promuovere opere e servizi sociali, e nell’aprirsi cristianamente alle esigenze via via incalzanti del tempo. La fonte del suo zelo per le anime era l’Eucaristia, della quale era innamorato, al punto di non decidere mai alcuna questione importante senza avere prima pregato a lungo davanti al Santissimo Sacramento”.

Don Giovanni Calabria – aggiunse Giovanni Paolo II -  è un altro testimone che ha lasciato una profonda traccia nella vostra Chiesa: testimone della carità verso i poveri, dello zelo per le anime, dell’amore intenso per Dio. Fu proprio la singolare e vasta esperienza della povertà che suscitò in lui la fiducia illimitata nella Provvidenza di Dio. Egli chiamò sempre opera del Signore le sue iniziative e le sue fondazioni. Ma di don Calabria occorre ancora ricordare l’amore per la Chiesa. Il gemito degli ultimi anni della sua vita, come è noto, era quasi un riflesso dell’angoscia del Crocifisso per le anime. L’amore alla Chiesa suscitò in don Calabria anche l’impegno per l’unità dei cristiani”.