Roma , sabato, 11. maggio, 2024 10:00 (ACI Stampa).
Ci avviamo sempre più verso una competizione elettorale impegnativa e importante. L’8 e il 9 giugno si voterà per l’elezione del nuovo Parlamento europeo. Nei giorni scorsi una lettera all’Europa è stata scritta dal card. Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana e dal vescovo Mariano Crociata, presidente della Commissione delle Conferenze episcopali europee. In Italia si voterà anche per il rinnovo di tanti Consigli comunali e l’elezione di molti sindaci dal Nord al Sud del Paese.
Diversi vescovi hanno voluto dire la loro incontrando gli amministratori uscenti, i candidati oppure hanno rivolto alla popolazione messaggi raccomandando il voto responsabile dopo aver letto bene i programmi e le intenzioni dei vari candidati e delle loro liste. Dopo aver incontrato gli amministratori del territorio il vescovo di Oppido Mamertina-Palmi, mons. Giuseppe Alberti ha scritto ai candidati alle elezioni amministrativi della Piana di Gioia Tauro una lettera pubblica nella quale l’invita esplicitamente a “dichiarare pubblicamente il rifiuto di voti e ogni altra forma di sostegno dalla ’ndrangheta” e dalla malavita organizzata. Il presule si è soffermato sulle piccole comunità del territorio che oggi hanno quantomai bisogno di “rappresentanti onesti e responsabili, lontani da ogni forma di interessi di parte, capaci di prendere le distanze da ogni forma di corruzione e di criminalità, con atteggiamenti di collaborazione inclusiva, appassionati alla costruzione di comunità vive e vivibili, disposti a mettere al centro gli ultimi e le persone che vivono varie forme di disagio, attenti ai nostri giovani che, spesso costretti a lasciare la loro terra e i loro affetti, da potenziale risorsa dei nostri paesi, corrono il rischio di diventare tra le fasce più penalizzate”. Mons. Alberti nella lettera evidenzia l’importanza del voto che ha “un peso specifico non indifferente nella costruzione di città a misura d’uomo in cui il bene più grande è la capacità di convivenza rispettosa e pacifica, aperta alla collaborazione e alla solidarietà”.
Di città che “ha bisogno di un sussulto di dignità e di vigore” ha parlato il vescovo di Civitavecchia, Gianrico Ruzza nell’omelia della festa di Santa Fermina, patrona della citta. “Per la nostra città – ha detto - è il momento di porre l’attenzione sul bene comune. Siamo alla vigilia di un’importantissima scadenza elettorale e la partecipazione a questo momento di vita comunitaria, oltre ad essere un alto esercizio dei propri diritti democratici, è il segno della rinnovata volontà di prenderci cura dell’interesse della collettività”. Per il presule “dovrebbe essere a cuore di ciascuno di noi sentire il desiderio di far crescere la comunità cittadina, dinanzi alle sfide posteci dalla contingenza nazionale ed internazionale”. La prima sfida indicata dal mons. Ruzza è quella dei giovani: “giovani isolati e non ascoltati; giovani dediti a dipendenze di ogni tipo, compresa quella della ludopatia, contro la quale è assente ogni segno di politica educativa che allontani le occasioni del pericolo dalla vita concreta e quotidiana dei ragazzi; giovani che non sono messi in condizione di scelte autonome e decise in vista dell’edificazione del proprio futuro; giovani che non ricevono stimoli e proposte inerenti alla gestione del tempo e all’impegno di vita”. E poi la povertà economica di “moltissime persone”, le “criticità lavorative” che sono “aumentate e la situazione potrebbe peggiorare per la cessazione delle attività della Centrale di Torrevaldaliga nord. A fronte di tutte le presenti difficoltà va lodata l’attività del terzo settore che si occupa instancabilmente della sofferenza sociale”, ha detto il vescovo di Civitavecchia.
La città – ha concluso – “può e deve crescere, ma ha bisogno di un sussulto di dignità e di vigore. Posso augurarmi che un sincero impegno da parte dei futuri eletti valorizzi quanto si è lodevolmente fatto negli anni della consiliatura uscente e incrementi il senso di responsabilità da parte di tutte le forze vive della realtà culturale ed umana di Civitavecchia per creare opportunità nuove e reali situazioni di ‘ripresa’ e di ‘nuova coscienza’ del valore sociale ed economico che una città strategica come la nostra può e deve avere”. Di bisogno di cristiani “che sappiano servire il bene comune non solo con rigore e competenza, ma soprattutto con passione e amore” parla il vescovo di Ascoli Piceno, mons. Gianpiero Palmieri in una lettera ai fedeli della diocesi.
Palmieri sottolinea l’importanza che la Chiesa “non lasci mai soli e senza il sostegno di una profonda spiritualità coloro che ‘si buttano’ in politica: hanno bisogno non tanto di alleati, ma di amici fraterni con cui alimentare e condividere sogni e speranze”. Il vescovo prova “grande stima” per chi “con motivazioni autentiche si dedica ad amministrare la realtà pubblica. Ne ammiro il coraggio e l’abnegazione. Non è un’impresa facile! Richiede uno sguardo ampio che coglie gli orizzonti di fondo, ma anche la pazienza e la concretezza dei piccoli passi oggi possibili” e ricorda che “la Chiesa è una comunità di credenti che non ha mai pensato che la sua missione si dovesse svolgere unicamente nel perimetro limitato delle mura delle parrocchie. Dall’incontro con il Risorto e dalla fede nasce il compito di annunciare il Vangelo con le parole e con le azioni che cambiano la realtà. L’amore per la città è l’amore per tutti gli uomini e le donne che la abitano, ed è a sua volta un riflesso dell’amore con cui Dio ama ciascuno dei suoi figli”.