Bruxelles , martedì, 7. maggio, 2024 18:00 (ACI Stampa).
Una commissione dopo la commissione, per valutare eventualmente le irregolarità che ci sono state durante l’Operazione Calice, la spettacolare irruzione della polizia belga della sede dell’arcidiocesi di Bruxelles-Malines dove i vescovi erano riuniti per la loro assemblea plenaria e poi quella dell’abitazione dell’arcivescovo emerito, il Cardinale Godfried Danneels, nonché lo scoperchiamento delle tombe alla ricerca di fantomatiche prove.
Tutto questo avveniva nel 2010. Da allora, la questione abusi in Belgio è tornata a galla abbastanza spesso, e questo nonostante, ad esempio, fossero state certificate le irregolarità dell’Operazione Calice. Addirittura, le autorità civili sono arrivate a chiedere le dimissioni allo stato laicale dell’arcivescovo Roger Vangheluwe, con tanto di proposta del ministro della Giustizia di far vedere le nuove prove in suo possesso al nunzio per spingere il Papa alla decisione. Decisione che poi è arrivata, ma sotto quali pressioni?
Nel rapporto, la commissione d’inchiesta spera di proporre una tabella di marcia “per comprendere meglio il problema sociale sottovalutato” della violenza sessuale nella nostra società ha dichiarato giovedì, in una sessione pubblica della commissione, la sua presidente Sophie De Wit (N-VA).
Tra queste 137 raccomandazioni, c'è in particolare la creazione di una nuova commissione d'inchiesta, nell'ambito della prossima legislatura, dedicata all'Operazione Calice.
Durante la sua comparizione davanti alla commissione il 16 aprile, il Consiglio Superiore di Giustizia (CSJ) ha sottolineato numerose disfunzioni verificatesi durante questa indagine giudiziaria su vasta scala - e peraltro ancora in corso - ma ha tuttavia affermato di non avere prove delle pressioni della Chiesa sulla Giustizia. Si tratta di osservazioni che nascono a seguito di una audizione di 35 testimoni e dell’analisi di 50 mila pagine legati all’operazione Calice e successivamente raccolte in un rapporto di 77 pagine reso pubblico.