Anche il Papa parla della nuova caserma che "dovrebbe dare un importante contributo al ricongiungimento delle Guardie e delle loro famiglie, che attualmente sono costrette a vivere un po’ disperse per mancanza di spazio, e così anche al sostegno e al rafforzamento di questo legame e del senso di famiglia all’interno del Corpo".
E ai più giovani dice: "andate controcorrente! Per favore, andate controcorrente! È meglio utilizzare il tempo libero per attività comuni, per conoscere Roma, per momenti di fraternità in cui raccontarsi e condividere, per lo sport... Queste esperienze costruiscono dentro e vi accompagneranno per tutta la vita".
La Guardia Svizzera Pontificia dal 1506 è di fatto la linea di difesa più vicina e personale del Papa. Un compito non sempre facile.
Leggendo le note storiche dell' Annuario Pontificio si legge che fin dal sec. XIV, numerosi soldati svizzeri, con altri stranieri, erano al servizio della Santa Sede, come in altri Stati. "Ma l'idea della formazione di un Corpo stabile e disciplinato di soldati svizzeri regolari alle dirette dipendenze della Santa Sede, per l'immediata custodia della Sacra Persona del Sommo Pontefice e dei SS. PP. AA., è dovuta a Giulio II.
Infatti egli, il 21 giu. 1505, comunicò agli Stati « Confederatis Superioris Alemanniae» di aver affidato l'incarico a Pietro Hertenstein (Peter von Hertenstein), cubiculario nostro, di condurre a Roma 200 soldati svizzeri, pro custodia palatii nostri, e concesse un lasciapassare per il viaggio, intestato al suddetto von Hertenstein quale condottiero, ed a Gaspare de Silinon o Sillinon (Kaspar von Silenen) quale capitano.
Il 22 gennaio 1506 ne arrivarono a Roma soltanto 150 che, guidati dai due suddetti, passarono per la Porta del Popolo ed andarono a Piazza S. Pietro dove Giulio II li benedisse solennemente dalla Loggia di Paolo II.
Questa data e questo ingresso solenne sono ritenuti come la fondazione ufficiale del Corpo della « Coorte Elvetica»; infatti, nel 1906, gli Svizzeri in Vaticano celebrarono il loro quarto centenario, ottenendo di fregiarsi della medaglia commemorativa, fatta coniare da San Pio X".
Una vita non facile in Vaticano quella delle Guardie, tanto che "più volte il Corpo fu sciolto e le guardie congedate, subendo anch'esse le vicende della Santa Sede, specialmente durante la prigionia o l'esilio dei Sommi Pontefici".
Ma l'evento centrale è quello del 1527 quando 147 morirono per difendere Papa Clemente VII che trovò rifugio nel Castel S. Angelo con solo 42 guardie.
Un radicale cambiamento avvenne nel 1970 quando i Corpi Armati Pontifici furono aboliti ad eccezione della « antichissima Guardia Svizzera »; e il 20 gennaio del 1971, venne affidata esclusivamente ad essa la custodia del Palazzo Apostolico.
Secondo una lettera della Segreteria di Stato del 2018 l'organico completo è di 135 unità.
Una curiosità rimane sempre quella della meravigliosa divisa. I colori colori blu, giallo e rosso sono quelle mediceei, ma la divisa di oggi risale agli anni '20 del 1900 grazie al Comandante Jules Repond. E nei secoli ne sono cambiate molte. E nessuna è mai stata disegnata da Michelangelo.
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Oggi la vita degli alabardieri è divisa tra servizio e attività sportiva, volontariato e anche studio. Alcuni diventano sacerdoti una volta tornati in patria dopo due anni a Roma. Altri si sposano e restano fino alla pensione.
Per i giovani cattolici svizzeri è sempre un onore essere parte della guardia, un onore che spesso si tramanda di padre in figlio.