Città del Vaticano , domenica, 5. maggio, 2024 12:10 (ACI Stampa).
“Non servi, ma amici”. Nel Vangelo del giorno, Gesù chiama amici i suoi discepoli, sostiene che con loro ha condiviso tutto, aprendo la fede cristiana a tutti. E Papa Francesco riflette sul concetto di amicizia, sottolineando che “l’amicizia vera non viene meno neanche di fronte al tradimento” – cosa, tra l’altro, resa concreta proprio dal Vangelo, perché sarà Pietro, che tradì Gesù, a fondare la sua Chiesa.
Sesta domenica di Pasqua, in una Roma assolata. È anche il giorno della Pasqua per le Chiese di rito bizantino, ortodosse e cristiane, che festeggiano secondo il calendario giuliano, e Papa Francesco non manca di ricordarlo al termine del Regina Coeli, la preghiera che sostituisce l’Angelus durante il tempo pasquale.
Da servi ad amici, dunque: la rivoluzione di Gesù sta tutta qui, perché – nota Papa Francesco – se è vero che nella Bibbia i servi di Dio sono “persone speciali, a cui Egli affida missioni importanti”, come Mosè, Elia, persino la Vergine Maria, Gesù vuole “qualcosa di più grande, che va al di là dei beni e degli stessi progetti”, ed è proprio l’amicizia.
Chiosa il Papa: “Fin da bambini impariamo quanto è bella questa esperienza: agli amici offriamo i nostri giocattoli e i doni più belli; poi crescendo, da adolescenti, confidiamo loro i primi segreti; da giovani offriamo lealtà; da adulti condividiamo soddisfazioni e preoccupazioni; da vecchi i ricordi, le considerazioni e i silenzi di lunghe giornate”.
Papa Francesco sottolinea che “l’amicizia non è frutto di calcolo, e neanche di costrizione”, nasce “quando riconosciamo nell’altro qualcosa di noi”, e “se è vera, non viene meno neanche di fronte al tradimento”.