Città del Vaticano , sabato, 11. aprile, 2015 18:39 (ACI Stampa).
“Ecco perché il Giubileo: questo è il tempo della misericordia. E’ il tempo favorevole per curare le ferite, per non stancarci di incontrare quanti sono in attesa di vedere e toccare con mano i segni della vicinanza di Dio, per offrire a tutti la via del perdono e della riconciliazione”.
Papa Francesco consegna al mondo “Mirericordiae Vultus”, la Bolla ufficiale per l’indizione dell’Anno Santo della Misericordia. Nell’atrio della Basilica Vaticana, proprio di fronte alla Porta Santa che sarà aperta il prossimo 8 dicembre, il Papa prega per l’evento ecclesiale da lui voluto: “Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre”, dice l’incipit del documento letto in alcune parti più salienti Padre Leonardo Sapienza, in qualità di Protonotario Apostolico di numero. “Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia – legge il Reggente della Casa Pontificia - . È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza”.
Ma è nella Basilica Vaticana, nel presiedere i primi Vespri della domenica della Divina Misericordia, che Papa Francesco spiega il significato dell’Anno Santo, rispondendo ad “una domanda presente nel cuore di tanti”. E annuncia: sarà “un Anno Santo per sentire forte in noi la gioia di essere stati ritrovati da Gesù, che come Buon Pastore è venuto a cercarci perché ci eravamo smarriti. Un Giubileo per percepire il calore del suo amore quando ci carica sulle sue spalle per riportarci alla casa del Padre. Un Anno in cui essere toccati dal Signore Gesù e trasformati dalla sua misericordia, per diventare noi pure testimoni di misericordia”.
Perché la Chiesa, secondo il Papa, vive “un momento di cambiamenti epocali” ed “è chiamata ad offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio”.
“L’Anno Santo – continua - dovrà mantenere vivo il desiderio di saper cogliere i tanti segni della tenerezza che Dio offre al mondo intero e soprattutto a quanti sono nella sofferenza, sono soli e abbandonati, e anche senza speranza di essere perdonati e di sentirsi amati dal Padre”.
“Questo non è il tempo per la distrazione, ma al contrario per rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all’essenziale. E’ il tempo per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato il giorno di Pasqua: essere segno e strumento della misericordia del Padre”.
Viviamo in un mondo, ha spiegato Francesco, in cui “la pace, soprattutto in queste settimane, permane come il desiderio di tante popolazioni che subiscono la violenza inaudita della discriminazione e della morte, solo perché portano il nome cristiano”. “La nostra preghiera – ha aggiunto - si fa ancora più intensa e diventa un grido di aiuto al Padre ricco di misericordia, perché sostenga la fede di tanti fratelli e sorelle che sono nel dolore, mentre chiediamo di convertire i nostri cuori per passare dall’indifferenza alla compassione” e “nonostante le difficoltà e le sofferenze della vita, cresce tuttavia la speranza nella salvezza che l’amore di Cristo ha seminato nei nostri cuori. La misericordia di Dio si è riversata in noi rendendoci giusti, donandoci la pace”.
Domani la Bolla sarà letta anche nelle Basiliche Papali di Roma. Per questo motivo il Papa l’ha consegnata ufficialmente al Cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica di San Pietro in Vaticano, al Cardinale Agostino Vallini, Arciprete della Basilica Lateranense, al Cardinale James Michael Harvey, Arciprete della Basilica di San Paolo fuori le mura, al Cardinale Santos Abril y Castelló, Arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore.
Ma com’è scritto espressamente in “Misericordiae Vultus”, il giubileo dovrà essere vissuto in ogni angolo del mondo: cattedrali e santuari avranno una Porta Santa della Misericordia. Per rendere evidente questo segno e per raggiungere simbolicamente tutti i Vescovi del mondo, il Santo Padre ha consegnato una copia della Bolla anche al Prefetto della Congregazione per i Vescovi, il cardinale Marc Ouellet, al Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il cardinale Fernando Filoni, al Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, il cardinale Leonardo Sandri.
In rappresentanza di tutto l’Oriente hanno ricevuto una copia del documento l’Arcivescovo Savio Hon Tai-Fai, nato in Hong Kong e ora Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Il continente africano è stato rappresentato dall’Arcivescovo Barthélemy Adoukonou, originario del Benin e attualmente Segretario del Pontificio Consiglio della Cultura. Per le Chiese Orientali, il Papa ha consegnato la Bolla a Mons. Khaled Ayad Bishay, della Chiesa Patriarcale di Alessandria dei Copti.