Città del Vaticano , giovedì, 2. maggio, 2024 11:52 (ACI Stampa).
Le divergenze non diminuiscono la portata di ciò che ci accomuna”. Papa Francesco lo ha detto ai partecipanti all’Assemblea dei Primati della Comunione Anglicana ricevuti in udienza questa mattina. “Il mondo lacerato di oggi - ha detto il Papa- ha bisogno della manifestazione del Signore Gesù! Ha bisogno di conoscere Cristo! Alcuni di voi provengono da regioni in cui la guerra, la violenza e l’ingiustizia sono l’avariato pane quotidiano dei fedeli, ma anche nei Paesi ritenuti benestanti e pacifici non mancano sofferenze, come la povertà di tanti. Cosa possiamo proporre noi di fronte a tutto questo, se non Gesù, il Salvatore? Farlo conoscere è la nostra missione. Sulla scia di quanto disse Pietro allo storpio presso la porta del tempio, ciò che dobbiamo offrire al nostro tempo fragile e bisognoso non sono argento e oro, ma Cristo e il sorprendente annuncio del suo Regno”. Uno dei temi centrali del dialogo è quello del primato petrino e il Papa dice: “So che il ruolo del Vescovo di Roma rappresenta tra i cristiani una questione ancora controversa e divisiva. Ma secondo la bella espressione di Papa Gregorio Magno, che inviò Sant’Agostino come missionario in Inghilterra, il Vescovo di Roma è servus servorum Dei – servo dei servi di Dio. Come ha scritto Giovanni Paolo II, «tale definizione salvaguarda nel modo migliore dal rischio di separare la potestà (ed in particolare il primato) dal ministero, ciò che sarebbe in contraddizione con il significato di potestà secondo il Vangelo: “Io sto in mezzo a voi come colui che serve”. Occorre dunque impegnarsi in «un dialogo fraterno, paziente [...] lasciando alle spalle inutili controversie»al fine di comprendere come il ministero petrino possa svolgersi quale servizio d’amore per tutti. Grazie a Dio, nei vari dialoghi ecumenici sono stati conseguiti risultati positivi sulla questione del primato come «dono da condividere»”. Infine il Papa ha parlato del Sinodo ed ha concluso: “Sarebbe uno scandalo se, a causa delle divisioni, non realizzassimo la nostra comune vocazione di far conoscere Cristo. Invece, se al di là delle rispettive visioni saremo in grado di testimoniare Cristo con umiltà e amore, sarà Lui ad avvicinarci gli uni agli altri”.