Città del Vaticano , venerdì, 3. maggio, 2024 10:00 (ACI Stampa).
È terminata proprio nei giorni di commemorazione del genocidio armeno la distruzione della chiesa di San Giovanni Battista a Shushi, in Nagorno Karabakh, la regione che nell’antica denominazione armena viene conosciuta come Artsakh. La demolizione è stata ordinata dal governo azerbaijano, che pure da quando ha il controllo della regione ha sottolineato di non voler distruggere niente, e anzi di voler restaurare e migliorare le infrastrutture esistenti, trattando tutti da cittadini eguali.
Eppure, la distruzione della chiesa, documentata da immagini satellitari diffuse da L’Oeuvre d’Orient, l’associazione francese che si occupa dei cristiani di oriente, dà corpo al terrore più grande per gli armeni, che è quello di un “genocidio culturale” in atto nel Nagorno Karabakh, territorio conteso all’Azerbaijan e ricaduto sotto il controllo di Baku dopo il recente conflitto e una pace dolorosa firmata dall’Armenia. Una pace che ha messo in luce un possibile pericolo per i monasteri cristiani presenti nel territorio passato sotto il controllo azerbaijano.
L’Oeuvre d’Orient, nel diffondere le immagini – ha sottolineato che “è imperativo che la comunità internazionale condanni fermamente questi atti di distruzione e negazione della storia” e ha chiesto “un’azione concertata per garantire la protezione dei beni culturali e religiosi delle comunità della regione, in conformità con la Convenzione dell’Aja del 1954 ratificata dall’Azerbaijan nel 1993”.
La chiesa di San Giovanni Battista è conosciuta come Kanach Zham, ovvero cappella verde, con riferimento alle cupole precedenti della chiesa, di colore verde.
La chiesa è stata costruita nel 1818, nello stesso luogo in cui si trovava la chiesa di legno Gharabakhtsots. Era disegnata secondo un unico schema cruciforme, con la facciata orientale adiacente alla parte occidentale della cappella, mentre l’alta cupola della Chiesa e la sua cappella potevano essere chiaramente viste a distanza lungo la città. Anche gli interni della chiesa avevano alcune unicità architettoniche.