Venezia , lunedì, 29. aprile, 2024 9:00 (ACI Stampa).
La visita al carcere femminile della Giudecca, l’incontro con gli artisti al Padiglione della Biennale, l’abbraccio con i giovani, la Messa in Piazza San Marco e l’atto di venerazione presso le spoglie dell’Evangelista. Sono i flash della visita di ieri del Papa a Venezia. Breve ma intensa, uno dei momenti più toccanti sicuramente l’incontro tra Francesco e le detenute della Giudecca ci dice in questa intervista il Patriarca di Venezia Monsignor Francesco Moraglia.
Lì c’è un felice sintesi tra quello che è il disagio, la sofferenza, il recupero, come tematica personale, certamente della persona che il Papa saluti personalmente le 80 ospiti del carcere, allo stesso tempo è anche un messaggio alla società: queste persone che hanno sbagliato devono essere aiutate a recuperare, bisogna avere il coraggio di scommettere su di loro non minimizzando la pena ma anche dando un volto umano alla pena. Che il Papa venga a Venezia ed inizi con questo gesto è per queste donne e in generale per i detenuti, un messaggio non solo di speranza ma anche di concretezza in cui si sentono considerate, guardate negli occhi e stimolate a fare un percorso in cui non si sentano sole e c’è tutta la società.
Il Papa dall’inizio del pontificato batte sul tasto degli ultimi, la cultura dello scarto. E il tema della Biennale riprende l’accezione dello straniero…
Il grande tema che il Papa sottolinea è proprio la cultura dello scarto come qualcosa che va superata insieme, non solo da parte di qualche specialista, ma insieme con uno sguardo differente. Venezia poi è la città dell’accoglienza perché storicamente lo è stato e continua ad esserlo. Mi sembra molto importante il messaggio dell’accoglienza e del chinarsi su situazioni difficili a partire dal messaggio del bello, dell’arte. Venezia ha fatto di queste manifestazioni, di questi incontri, di queste iniziative culturali il suo modo di essere oggi città. E quindi anche questa apertura a queste arti liberali ed inserire un momento così drammatico come il recupero di una persona inserendo le tematica del bello e chiamando anche queste persone per quanto possibile e concesso dalla situazione penitenziaria che stanno vivendo ad essere protagoniste, ad accompagnare anche i visitatori credo che sia una integrazione non solo auspicata o desiderata, ma realizzata.
Il legame che unisce il Papa, Venezia ed i veneziani è molto particolare e molto speciale.