Città del Vaticano , martedì, 26. gennaio, 2016 9:00 (ACI Stampa).
L'Anno Santo della misericordia è anche una occasione di dialogo con le altre fedi e una opportunità per approfondire la identità cristiana e cattolica. Nella compresione di questa realtà ci accompagna il Penitenziere maggiore il cardinale Mauro Piacenza.
Una caratteristica di questo anno giubilare è che si rivolge anche alle altre fedi, perché la misericordia è per tutti. Il Giubileo così ha anche uno scopo di dialogo, qual è il rapporto con le altre fedi?
“Per il cristiano, l’atto di fede è un atto che deve essere assolutamente libero. Nessuno può costringere una persona a credere in un determinato modo e nessuno può costringerla a non credere come lui ritiene di credere. Si possono portare tanti argomenti di ragione per confrontarsi, per parlare, ma poi si deve tenere presente che l’atto di fede è un atto libero.
Secondo la dottrina cattolica la prima componente è la grazia di Dio e poi la buona volontà della persona che aderisce e che segue la grazia di Dio, aprendosi, non precludendosi al confronto e all’ascolto della verità che porta.
Nel mondo attuale, anche in Europa e nel mondo occidentale che ha le sue radici certamente cristiane, anche se non si può parlare oggi di civiltà cristiana in sé, perché guardando la società non è che possa dirsi cristiana anche se si possono trovare delle reminiscenze storiche, molti cristiani hanno le idee estremamente confuse sul rapporto tra le religioni, e pensano che il rapporto con le altre religioni sia semplicemente un relativismo.