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Papa Francesco: invoco la misericordia per i comportamenti non evangelici dei cristiani

Il passaggio della porta santa |  | CTV
Il passaggio della porta santa | CTV
Il passaggio della porta santa |  | CTV
Il passaggio della porta santa | CTV
La preghiera sulla tomba di Paolo  |  | CTV
La preghiera sulla tomba di Paolo | CTV
La preghiera sulla tomba di Paolo  |  | CTV
La preghiera sulla tomba di Paolo | CTV
Papa Francesco pronuncia l' omelia  |  | Martha Calderon/ ACI Group
Papa Francesco pronuncia l' omelia | Martha Calderon/ ACI Group

“Non è solo la chiamata che ci unisce; ci accomuna anche la stessa missione: annunciare a tutti le opere meravigliose di Dio”.

Papa Francesco ha celebrato il vespro ecumenico nella Basilica di San Paolo fuori le mura  nella solennità della Conversione di San Paolo Apostolo, a conclusione della XLIX Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Il tema della settimana è stato proprio: “Chiamati per annunziare a tutti le opere meravigliose di Dio” (cfr 1 Pietro 2, 9).

Il Papa ha ripercorso la storia della conversione di Paolo, di quell’incontro folgorante sulla via di Damasco che è “un’esperienza trasformante della grazia di Cristo, e al tempo stesso la chiamata ad una nuova missione”. Paolo “comprende che tra il Cristo vivente in eterno e i suoi seguaci esiste un’unione reale e trascendente: Gesù vive ed è presente in loro ed essi vivono in Lui”.  In sostanza “la sovrabbondante misericordia di Dio è la ragione unica sulla quale si fonda il ministero di Paolo, ed è allo stesso tempo ciò che l’Apostolo deve annunciare a tutti”.

Per tutti i cristiani allora vale la stessa domanda: “Perché, Signore, proprio me?”; “perché proprio noi?”. Attingiamo qui il mistero della misericordia e della scelta di Dio: il Padre ama tutti e vuole salvare tutti, e per questo chiama alcuni, “conquistandoli” con la sua grazia, perché attraverso di loro il suo amore possa raggiungere tutti”.

La missione comune è quella dell’annuncio del mistero pasquale “per mezzo del quale siamo passati dalle tenebre del peccato e della morte allo splendore della sua vita, nuova ed eterna”.

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Ecco perché, spiega il Papa “al di là delle differenze che ancora ci separano, riconosciamo con gioia che all’origine della vita cristiana c’è sempre una chiamata il cui autore è Dio stesso. Possiamo progredire sulla strada della piena comunione visibile tra i cristiani non solo quando ci avviciniamo gli uni agli altri, ma soprattutto nella misura in cui ci convertiamo al Signore, che per sua grazia ci sceglie e ci chiama ad essere suoi discepoli.” Che Dio operi in noi, ecco il significato della conversione.

Un cammino comune quindi e, aggiunge il Papa “in questo Anno giubilare straordinario della Misericordia, teniamo ben presente che non può esserci autentica ricerca dell’unità dei cristiani senza un pieno affidarsi alla misericordia del Padre. Chiediamo anzitutto perdono per il peccato delle nostre divisioni, che sono una ferita aperta nel Corpo di Cristo. Come Vescovo di Roma e Pastore della Chiesa Cattolica, voglio invocare misericordia e perdono per i comportamenti non evangelici tenuti da parte di cattolici nei confronti di cristiani di altre Chiese. Allo stesso tempo, invito tutti i fratelli e le sorelle cattolici a perdonare se, oggi o in passato, hanno subito offese da altri cristiani. Non possiamo cancellare ciò che è stato, ma non vogliamo permettere che il peso delle colpe passate continui ad inquinare i nostri rapporti. La misericordia di Dio rinnoverà le nostre relazioni”.

Il Papa ha salutato i rappresentati delle altre confessioni cristiane: “Sua Eminenza il Metropolita Gennadios, rappresentante del Patriarcato ecumenico, Sua Grazia David Moxon, rappresentante personale a Roma dell’Arcivescovo di Canterbury, e tutti i rappresentanti delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali di Roma, qui convenuti questa sera. Con loro siamo passati attraverso la Porta Santa di questa Basilica, per ricordare che l’unica porta che ci conduce alla salvezza è Gesù Cristo nostro Signore, il volto misericordioso del Padre”.

Ed ha concluso: “Qui davanti alla tomba di san Paolo, apostolo e martire, custodita in questa splendida Basilica, sentiamo che la nostra umile richiesta è sostenuta dall’intercessione della moltitudine dei martiri cristiani di ieri e di oggi”.

Al termine della liturgia anche il cardinale Koch ha rivolto un saluto ai presenti.

Il Papa al suo arrivo è stato ricevuto nel portico della basilica dal metropolita Gennadios e da David Moxon e insieme a loro ha attraversato la porta santa poi con loro si è soffermato a pregare davanti alla tomba di San Paolo.

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