Città del Vaticano , venerdì, 19. aprile, 2024 15:00 (ACI Stampa).
Pubblicato stamane un nuovo Motu Proprio di Papa Francesco, questa volta il Pontefice modifica la Legge sull’ordinamento giudiziario, la Legge recante disposizioni per la dignità professionale e il trattamento economico dei magistrati ordinari del Tribunale e dell’Ufficio del Promotore di giustizia e al Regolamento Generale del Fondo Pensioni.
Il Motu proprio è composto da sei articoli.
Viene sostituito l’articolo 10 della Legge sull’ordinamento giudiziario dello Stato della Città del Vaticano del 2020. Nello specifico i magistrati ordinari cessano dall’ufficio a conclusione dell’anno giudiziario in cui compiono 75 anni. Possono rimanere in carica su disposizione del Papa anche oltre i 75 anni. Nell’anno giudiziario in cui il presidente cessa dall’ufficio, il Papa può nominare un presidente aggiunto. In caso di dimissioni prima die 75 anni queste saranno operative solo se accettate dal Papa che può dispensare in qualunque momento dal servizio, anche temporaneamente, i magistrati che, per constatata inabilità, non siano in grado di adempierlo. Una volta cessati dalle funzioni i magistrati ordinari mantengono ogni diritto, assistenza, previdenza e garanzia previsti per i cittadini, nonché tutti i diritti previsti per i dipendenti in servizio.
Si sostituisce anche l’articolo 11 della suddetta Legge del 2020. Qui si dispone che chiunque abbia subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento posto in essere nell’esercizio delle funzioni giudiziarie può agire nelle sole ipotesi di violazione manifesta della legge commesse con dolo o colpa grave ed esclusivamente contro lo Stato per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali. L’azione per il risarcimento non può, quindi, essere esercitata nei confronti del singolo
Magistrato. Il Presidente del Governatorato può esercitare, a pena di decadenza entro sei mesi dal risarcimento avvenuto sulla base di titolo giudiziale, l’azione di rivalsa nei confronti del magistrato.