Venezia , venerdì, 19. aprile, 2024 14:00 (ACI Stampa).
Gli artisti Maurizio Cattelan, Bintou Dembélé, Simone Fattal, Claire Fontaine, Sonia Gomes, Corita Kent, Marco Perego & Zoe Saldana, Claire Tabouret e la partecipazione speciale del critico Hans Ulrich Obrist all’interno del public program: saranno questi i protagonisti del Padiglione della Santa Sede alla 60. Biennale di Venezia, dal 20 aprile al 24 novembre. Realizzato all’interno del Carcere Femminile della Giudecca (in collaborazione con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia), avrà per titolo ‘Con i miei occhi’.
Nella presentazione del padiglione della Santa Sede il card. José Tolentino de Mendonça, prefetto del dicastero per la Cultura e l’Educazione, ha spiegato la scelta del luogo veneziano: “Non è un caso che la Santa Sede abbia scelto di presentare il suo padiglione alla Biennale di Venezia (nell’anno in cui questa celebra la sua sessantesima edizione) in un luogo apparentemente inaspettato, come lo può essere il Carcere femminile dell’Isola della Giudecca. E non è certo un caso che il titolo del padiglione, ‘Con i miei occhi’, voglia focalizzare la nostra attenzione sull’importanza di come costruiamo il nostro sguardo sociale, culturale e spirituale, di cui siamo tutti responsabili”.
Insieme al card. José Tolentino de Mendonça erano presenti il dott. Giovanni Russo, capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia della Repubblica italiana; il dott. Paolo Maria Vittorio Grandi, Chief Governance Officer Intesa Sanpaolo; la dott.ssa Chiara Parisi ed il dott. Bruno Racine, curatori del Padiglione della Santa Sede a Venezia.
A lui abbiamo chiesto di spiegarci il motivo per cui la Santa Sede partecipa con un padiglione all’esposizione d’arte: “Papa Francesco ha voluto rilanciare il dialogo tra gli artisti e la Chiesa. La Santa Sede ha già partecipato in passato alla Biennale Arte, ma l’intenzione oggi è di avere una presenza sistematica in grado di incarnare questo dialogo con un messaggio potente”.
‘Con i miei occhi’: in quale modo l’arte può contribuire a costruire uno sguardo sociale?