Milano , venerdì, 12. aprile, 2024 16:00 (ACI Stampa).
“In questi ultimi anni un susseguirsi di eventi sta modificando in profondità la percezione della realtà e dell’esperienza umana, soprattutto in rapporto al futuro. Guardando in particolare al mondo giovanile si registra una situazione di grande incertezza che oscilla tra paure e slanci, smarrimento e ricerca di sicurezze, senso di solitudine e rincorsa ad abitare i social media. Il tema ‘Domanda di futuro. I giovani tra disincanto e desiderio’ scelto per celebrare, domenica 14 aprile, la centesima giornata dedicata all’Università Cattolica del Sacro Cuore, coglie bene questa situazione e ci offre la possibilità di sviluppare alcune considerazioni utili a comprendere la missione dell’Ateneo dei cattolici italiani in un contesto di cambiamenti che si rivelano sempre più epocali”.
Con il messaggio dei vescovi domenica 14 aprile si celebra la 100^ Giornata dell’Università Cattolica del Sacro Cuore sul tema ‘Domanda di futuro. I giovani tra disincanto e desiderio’, ribadendo le origini della stessa: “L’Ateneo ha preso forma grazie alla intraprendenza di p. Agostino Gemelli e della beata Armida Barelli, in una stagione certamente non più facile dell’attuale e da oltre cento anni con la sua proposta formativa, originale e integrale, vuole essere uno spazio fecondo e creativo per dare ai giovani non tanto aspettative per il futuro quanto certezze per un presente da protagonisti e da veri artefici di un domani che sia più sostenibile, fraterno e pacifico per tutta l’umanità”.
Per approfondire il tema di questa giornata al prof. Pierpaolo Triani, docente di Pedagogia presso la Facoltà di Scienze della Formazione, Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza e di Milano e direttore del Centro studi per l'Educazione alla legalità presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Brescia, abbiamo chiesto di approfondire la domanda di futuro dei giovani: “Questa domanda nei giovani è sempre molto presente, perché appartiene ad un’età in cui si aprono molti orizzonti e si danno forma concreta alle proprie aspirazioni ed ai propri desideri. Questo è un momento molto particolare, ma già da alcuni anni registriamo, da un lato, un forte desiderio da parte dei giovani, e dall’altra parte la fatica di fare i conti con una realtà immersa in una crisi economica e sociale. Quindi c’è una domanda di futuro, che deve essere alimentata e coltivata”.
I giovani hanno speranza o sono disillusi?
“Dipende dalle situazioni. Fortunatamente nei giovani esiste anche una speranza, perché è la leva che fa costruire la loro quotidianità: sperano nella loro realizzazione personale come sperano in un futuro migliore per tutti soprattutto in riferimento alla cura dell’ambiente. In questo caso non mancano le fatiche, per cui ci sono giovani che vivono la quotidianità di fragilità personale, che è anche una fragilità di speranza. Questo è anche compito delle istituzioni educative: intercettare e sostenere le fragilità, alimentando uno sguardo di futuro”.