Tra i titoli storici del Papa, ricompare quello di Patriarca di Occidente. Il titolo era stato eliminato nel 2006, nel primo annuario pontificio pubblicato sotto Benedetto XVI, e la decisione era stata spiegata in un comunicato del Pontificio Consiglio dell’Unità dei Cristiani del 22 marzo 2006.
Nel comunicato, si spiegava che dal punto di vista storico gli antichi Patriarcati dell’Oriente erano relativi a “un territorio abbastanza chiaramente circoscritto”, mentre il territorio del vescovo di Roma rimaneva vago, ma era compreso come Patriarca d’Occidente nel sistema ecclesiastico imperiale di Giustiniano (527-565), mentre Roma privilegiò l’idea delle tre sedi episcopali petrine di Roma, Alessandria e Antiochia, e il Papa venne elencato come primo dei cinque patriarchi dal IV Concilio di Costantinopoli (869–70), dal IV Concilio del Laterano (1215) e dal Concilio di Firenze (1439).
Il titolo di Patriarca d’Occidente, usato da Papa Teodoro nel 642, fiorì nel XVI e XVII secolo, e l’Annuario Pontificio descrisse il Papa per la prima volta come Patriarca di Occidente nel 1863.
Ma – spiega il dicastero ecumenico vaticano – Occidente ormai richiamava un contesto culturale che “non si riferisce soltanto all’Europa Occidentale, ma si estende dagli Stati Uniti d’America fino all’Australia e alla Nuova Zelanda, differenziandosi così da altri contesti culturali”, e non può essere “adoperato come definizione di un territorio patriarcale” , mentre se si volesse attribuirgli un linguaggio giuridico ecclesiale potrebbe “essere compreso solo in riferimento alla Chiesa latina”.
Ma oggi – concludeva il comunicato – “il titolo «Patriarca d’Occidente», sin dall’inizio poco chiaro, nell’evolversi della storia diventava obsoleto e praticamente non più utilizzabile. Appare dunque privo di senso insistere a trascinarselo dietro. Ciò tanto più che la Chiesa cattolica con il Concilio Vaticano II ha trovato per la Chiesa latina nella forma delle Conferenze Episcopali e delle loro riunioni internazionali di Conferenze Episcopali, l’ordinamento canonico adeguato alle necessità di oggi”.
Insomma, niente cambiava riguardo al riconoscimento delle antiche Chiese patriarcali, né la soppressione del titolo “sottintende nuove rivendicazioni”, ma piuttosto “vuole esprimere un realismo storico e teologico e, allo stesso tempo, essere la rinuncia ad una pretesa, rinuncia che potrebbe essere di giovamento al dialogo ecumenico”.
Non è stato spiegato perché Papa Francesco abbia ripristinato il titolo di Patriarca di Occidente. Il reinserimento del titolo di Patriarca di Occidente non è comunque la prima modifica fatta all’Annuario da Papa Francesco. Nel 2020, il Papa veniva definito vescovo di Roma, e gli altri titoli che erano tradizionalmente attribuiti al pontefice avevano una variazione grafica e sostanziale.
Precedentemente questi titoli erano pubblicati sopra la breve biografia ecclesiastica di Jorge Mario Bergoglio. In cima e con caratteri più grandi quello di “Vicario di Gesù Cristo”, sotto gli altri: “Successore del Principe degli Apostoli”, “Sommo Pontefice della Chiesa Universale”, “Primate d’Italia”, “Arcivescovo e Metropolita della Provincia Romana”, “Sovrano dello Stato della Città del Vaticano” e “Servo dei Servi di Dio”.
Dal 2020, gli attributi del Papa sono sotto la biografia, tutti in carattere più piccolo e introdotti con il titoletto “Titoli storici”. Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni sottolineò che “titoli storici vuole indicare il legame con la storia del Papa”, e non c’era piuttosto l’intenzione di “storicizzare” i titoli, “altrimenti sarebbero stati cancellati, come avvenne all’inizio del pontificato di Benedetto XVI quando il titolo di ‘Patriarca d’Occidente’ venne espunto a partire dall’Annuario Pontificio 2006”.
Sinodo e Segreteria di Stato
Qualche curiosità nell’annuario pontificio 2024. La Segreteria Generale del Sinodo consta ora di 10 consultori, ed è una scelta di equilibrio tra i 18 consultori previsti nell’Annuario 2022, e i soli quattro che si trovano nell’Annuario Pontificio 2023.
Il Consiglio dei Cardinali è presente nella sua nuova composizione rinnovata.
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La Segreteria di Stato include il Consiglio della Seconda Sezione, denominato semplicemente “Consiglio” senza ulteriore specificazione, che – si legge – è “istituito dalla Praedicate Evangelium. Prima si parlava di un Consiglio di Cardinali e Vescovi.
Del consiglio è parte solo il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, mentre mancano gli altri membri. Questi sono stati nominati il 22 febbraio 2024 e sono Luis Antonio Tagle, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione nella Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari; Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale; Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali; e padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni Sociali e dell’Ufficio per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese del Vicariato e di Roma.
Ma cosa è questo ufficio? Il Consiglio della cosiddetta “seconda sezione” della Segreteria di Stato è previsto dalla Costituzione apostolica Praedicate Evangelium, promulgata nel 2022, che regola il funzionamento della Curia, ma non si trovava menzionato nella Pastor Bonus, del 1988, che per quasi tre decenni ha definito i compiti degli uffici di Curia.
In realtà, il Consiglio c’è sempre stato, rappresentando un “residuo”, se così si può dire, della antica Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Strardinari, che nel 1967 era divenuto Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa.
La Congregazione era stata istituita ufficialmente nel 1814 da Pio VII, nata come Congregazione di emergenza nata dopo il crollo dell’Impero Francese di Napoleone Bonaparte e la restituzione di Roma al Papa. In quel periodo di confusione, era necessario infatti avere un organo che ordinasse le richieste provenienti da ogni ambito d'amministrazione per poi portarle alla conoscenza del pontefice o di altri organi istituzionali o congregazioni. La commissione era composta di otto cardinali, un segretario e cinque consultori.
Leone XII ne cambiò il nome in Congregazione per gli Affari Ecclesiastici straordinari, e la Congregazione fu conservata da Pio X e Pio XI, il quale stabilì per la prima volta i membri di diritto e nominò il prefetto, stabilendo che questi fosse il Segretario di Stato.