Carpi , domenica, 31. marzo, 2024 10:00 (ACI Stampa).
Nella Veglia Pasquale - la “Veglia delle veglie”,- meditiamo le meraviglie operate da Dio nel corso dei secoli in favore del suo popolo e nello stesso tempo siamo pervasi da un senso di gioiosa gratitudine per la resurrezione da morte di Cristo. Il testo di Vangelo che la Chiesa ci propone è quello di san Marco. Tra i tanti insegnamenti in esso presenti ne raccogliamo uno che ci aiuti a fare nostra la Pasqua di Cristo. In questo capitolo (16,1-8) ritroviamo di nuovo la presenza di tre donne, Maria Maddalena, Maria di Giacomo e Salome, che avevano seguito e servito Gesù fin dalla Galilea. Nel momento del pericolo i discepoli sconvolti sono fuggiti, uno ha tradito (Giuda) e un altro ha rinnegato Gesù (Pietro). Le donne, invece, sono state presenti alla morte di Gesù e hanno assistito alla sua sepoltura. Queste discepole fedeli, coraggiose, amanti ora stanno recandosi al sepolcro.
L’evangelista sottolinea per ben due volte che è il primo giorno dopo il sabato e che il sole sta sorgendo. Vale la pena chiederci la ragione per cui san Marco insiste su questi due particolari. Il primo giorno dopo il sabato è il giorno in cui è avvenuta la resurrezione di Cristo e i cristiani faranno di questo giorno il giorno del Signore, che chiameranno poi domenica. Ogni domenica, dunque, noi celebriamo la resurrezione di Gesù. Ricordando, poi, che le tre donne vanno al sepolcro «al levar del sole», san Marco vuole sottolineare che insieme alla luce del sole è sorta nel mondo una nuova luce capace di illuminare il destino dell’umanità. Cristo, infatti, è già risorto, solo manca qualcuno che ne dia l’annuncio. Si spiega così la ragione per cui nella Veglia la liturgia della luce, che si celebra all’inizio, sia così importante. Si inizia la Veglia con tutte le luci della chiesa spente. Il Cero Pasquale viene acceso e ad esso tutti i fedeli attingono per accendere le loro candele. Un gesto simbolico che ci ricorda che solo da Cristo Vivente viene la vita nuova, nasce la gioia, la speranza si rianima e l’amore si rinnova.
Cosa vanno a fare le donne al sepolcro di Cristo? Esse portano dei vasetti con degli ungenti. Hanno voluto bene a Gesù, hanno pure creduto in Lui quando era in vita e ora, anche se con la sua morte tutto è finito, motivate dall’amore per il Signore e sostenute dall’amicizia che le lega, si recano alla tomba per dare una degna sepoltura al suo corpo. Si muovono per un morto. L’unica cosa che l’uomo è capace di fare di fronte alla morte nel tentativo disperato di sopravvivere è mummificare il corpo, costruire grandi tombe, affidarsi alla clonazione, all’ibernazione, credere nella reincarnazione. Ma in realtà tutte queste pratiche non vincono la morte, ma al contrario rappresentano un monumento alla vittoria della morte. L’uomo, con le sue capacità, non potrà mai vincere la morte: queste pratiche sono palliativi che lui cerca per allungare in qualche modo la vita.
Mentre si avvicinano al sepolcro si interrogano tra loro: Chi ci farà rotolare la pietra dall’ingresso del sepolcro? Esse, poiché erano presenti al momento della morte e della sepoltura del Maestro, sanno che la tomba è stata sigillata con un pesantissimo masso che da sole non avrebbero potuto mai smuoverlo. C’è il rischio che il loro progetto vada a monte. Quando le donne giungono al sepolcro alzano lo sguardo. Ci viene raccontato un particolare di non poco conto. Finalmente Maria Maddalena, Maria di Giacomo e Salomè, smettendo di guardare verso terra, si accorgono di un fatto straordinario: la grossa pietra del sepolcro è stato spostata. Qualcuno ha realizzato ciò che loro non erano in grado di fare. Qualcuno ha spezzato la potenza della morte. Non è dalla terra, dunque, che può venire la vittoria sulla morte.
L’angelo dirà alle donne: “E’ risorto, non è qui”. E’ l’annuncio che l’impossibile è possibile. Gesù è uscito dalla terra dei morti e ha ripreso vita. Dopo quella mattina, unica nella Storia, non è più lecito fermarsi a pensieri di morte, né lasciarsi paralizzare dal dolore o dalla paura. Il venerdì santo è solo un giorno, ma la Pasqua è per sempre! E noi ci troviamo in questo “per sempre”. Gesù di Nazareth, quello che finì in croce, proprio lui in persona è Risorto e noi uniti a Lui per mezzo della fede e dei sacramenti risorgeremo alla vera vita, alla vita eterna!