Roma , venerdì, 29. marzo, 2024 18:00 (ACI Stampa).
Un altro Venerdì Santo, e ancora una volta ci sono tenebre pesanti che avvolgono il mondo e pesano come un mantello nero. E questo è il giorno in cui Gesù torna nell’Orto degli Ulivi e vive la sua Passione e Morte. Ma il credente sa che da quelle tenebre spunterà la luce della Risurrezione. Mettersi davanti alla Sindone, oggi più che mai, è mettersi davanti ad una straordinaria presenza. Lo ha detto Papa Francesco, il 30 marzo 2013. "Una straordinaria presenza ammantata di mistero: così si pone la Sindone sul cammino dell’umanità desiderosa di dare risposta ai quesiti che coinvolgono il senso più profondo della sua esistenza. Quell’antico telo ha avvolto davvero Gesù? L’immagine che vediamo ci parla della sua risurrezione? Com’è arrivato fino a noi quel fragile lenzuolo? Per far luce su questi enigmi sono scese in campo le discipline storiche e quelle scientifiche. Nuovi risultati sono così emersi dagli archivi e dai laboratori, componendo un mosaico avvincente di indizi e di prove. A questo punto il cammino va oltre: davanti alla Sindone «il nostro non è un semplice osservare, ma è un venerare, è uno sguardo di preghiera. Direi di più: è un lasciarsi guardare", ha spiegato il Pontefice.
Ed ecco che le edizioni Ares ripropongono il volume Nuova luce sulla Sindone, volume già uscito tempo fa, e ora in una nuova edizione aggiornata ed ampliata. Il libro – curato e in parte scritto direttamente da Emanuela Marinelli – rende anche conto delle più importanti indagini storico-scientifiche compiute sul sacro Lino. La Romanelli è una grande esperta negli studi di sindonologia, una seguitissima divulgatrice, tanto che non ha bisogno di ulteriori presentazioni.
Nel volume da lei curato offrono il loro contributo altri grandi studiosi ed esperti, da Pierluigi Baima Bollone, Alfonso Caccese, Andrea Di Genua, Michele Filippi, Stefano Orfei, Alessandro Piana, Bartolomeo Pirone, Ivan Polverari, Laura Provera, Domenico Repice. Nel capitolo conclusivo, le riflessioni di Orazio Petrosillo (1947-2007) aprono alla contemplazione dell’Uomo della Sindone.
La Sindone in realtà non ha bisogno di luce, perché è da lei che la luce si diffonde. E dunque un percorso di ricerca per illuminarla porta necessariamente a una sola conseguenza: che siamo noi a lasciarci illuminare. “Davanti alla Sindone, contemplando quel corpo, quel sangue, quel Volto, possiamo sentire il conforto grande di questa certezza: più forte è l’amore”, scrive la Marinelli, presentando un aggiornamento approfondito sugli studi compiuti fino a oggi, a cominciare dagli argomenti necessari, prima di tutto, per stabilire una coincidenza fra il Telo conservato a Torino e il Sacro Lino che ha avvolto il corpo di Gesù nel sepolcro di Gerusalemme.
Questo “oggetto” studiato in tutti i modi possibili, preso di mira da detrattori e impostori, venerato, sottratto, inseguito lungo la storia e intrecciato a infinite storie, si pone sempre come straordinaria presenza che non è possibile ignorare, che sempre riporta davanti a noi le domande originarie: quel telo ha davvero avvolto il corpo di Gesù? Com’è arrivato fino a noi, nonostante vicissitudini di ogni genere, minacce di distruzione, tentativi di furto? E se davvero quel telo reca impresse le tracce di una Morte e Risurrezione, come si può ignorarlo e far finta che Dio non esista? Forse per questo che si sono sempre susseguiti i tentativi di rendere “innocuo” questo telo che stupisce, inquieta, interroga, facendolo apparire come falso, contraffatto,