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Papa Francesco, il Signore perdona sempre, solo che vuole che noi chiediamo perdono

La messa in Coena Domini nel carcere femminile di Rebibbia a Roma

Papa Francesco nella messa in Coena Domini |  | Vatican Media
Papa Francesco nella messa in Coena Domini | Vatican Media
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Papa Francesco nella messa in Coena Domini | Vatican Media

Poche detenute nella struttura coperta e molte nello spazio allestito nel cortile del carcere.

La Casa Circondariale di Rebibbia Femminile oggi ha accolto Papa Francesco per la Messa in Coena Domini.

Il Papa è passato a salutare le donne che erano all'esterno, poi si è recato nel tensostruttura allestita nel campo di calcio all’interno del carcere. Nella omelia ha parlato a braccio

Due episodi- ha detto-  attirano l'attenzione: la lavanda dei piedi Gesù si umilia e ci fa capire quallo che lui aveva detto,  non sono venuto per essere servito ma per servire… ci insegna il cammino del servizio.

E poi il tradimento di Giuda che non è capace di portar avanti l'amore,  poi i soldi e l'egoismo…ma Gesù perdona tutto e perdona sempre, solo chiede che noi chiediamo il perdono.

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Una vecchietta saggia, una nonna del popolo ha detto: Gesù non si stanca mai di pordanare siamo noi a stancarci di chiedere perdono.  Chiediamo la grazia di non stancarci.

Tutto abbiamo fallimenti grandi o piccoli,  ma il Signore ci aspetta sempre con le braccia parte e non si stanca mai di perdonare. Ora faremo quelle che ha fatto Gesù.

Questo gesto attira la attenzione sulla vocazione del servizio e chiediamo al Signore che faccia crescere tutti nella vocazione del servizio.

Poi seduto sulla sedia a rotelle il Papa si è avvicinato al palco allestito perché potesse compiere la lavanda a 12 detenute, visibilmente commosse.

Il Papa ha donato al carcere un quadro della Madonna. "Me lo hanno regalato e ho pensato a voi!".

Il carcere sorge a Roma nel quartiere Rebibbia. Nasce negli anni 50 e in origine ospitava anche detenute minorenni - Erano le suore vincenziane che curavano e organizzavano l'istituto, sino a quando, nel 1979, subentrarono le Vigilatrici penitenziarie - La Casa Circondariale è composta da due grandi reparti e quattro reparti più piccoli, oltre che grandi spazi verdi dove si svolgono regolarmente incontri all'aria aperta tra le detenute e i loro familiari - Vi è anche una grande azienda agricola. Le detenute hanno dato al Papa un cesto dei prodotti. 

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I dati di un anno fa parlano di 336 donne detenute, di cui 114 con cittadinanza straniera (34%), su una capienza regolamentare di 260 posti.

Le donne si sono preparate a questo incontro provando i canti e con un percorso di catechesi compiuto con don Andrea Carosella da due anni e mezzo cappellano di Rebibbia femminile.

Francesco era già stato a Rebibbia nel 2015, precisamente nel Nuovo Complesso dove aveva presieduto la Messa di inizio del Triduo pasquale per gli oltre 300 reclusi e operatori e compiuto il rito della lavanda dei piedi a sei uomini e sei donne. Dall’inizio del pontificato il vescovo di Roma ha più volte deciso di portare un segno di speranza in luoghi emblematici e carichi di sofferenza. Il carcere minorile di Casal del Marmo è stato il primo scelto da Francesco per il Giovedì Santo del 2013, due settimane dopo l’elezione al soglio pontificio. L’anno successivo la celebrazione si è tenuta nella Fondazione Don Carlo Gnocchi - Centro Santa Maria della Provvidenza. Nel 2015, ha visitato il Nuovo Complesso di Rebibbia e nel 2016 il Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto. Dal 2017 al 2019 ha portato il suo messaggio di speranza in diverse realtà carcerarie: prima nella casa di reclusione di Paliano (Frosinone); nel 2018 ha celebrato nella Rotonda di Regina Coeli e nel 2019 nell’Istituto maschile della casa circondariale di Velletri. Nel 2020 e nel 2021 la pandemia di Covid-19 ha costretto Francesco a celebrare la Messa in Coena Domini in Vaticano. Nel 2022 è tornato in carcere celebrando la liturgia nella cappella del penitenziario di Civitavecchia e lo scorso anno è stato nuovamente a Casal del Marmo.

Con Don Andrea anche suor Maria Pia Iammarino, suora francescana dei poveri, referente regionale delle religiose che prestano servizio nelle carceri del Lazio. Da sei anni opera nella struttura di Rebibbia femminile: " Per molte di queste donne, con le loro biografie complesse, il carcere poteva essere evitato" dice.