Roma , giovedì, 28. marzo, 2024 14:00 (ACI Stampa).
"Andiamo a fare un giro per i sepolcri". È questo il “mood” e la frase che molti ( adulti, ragazzi e bambini) pronunciano la sera del Giovedì Santo. Un momento atteso da parrocchie, famiglie ma anche da semplici passanti o turisti. Ma cosa è davvero questa tradizione? E come mai in molte parti d'Italia molti girano la propria città o il proprio paese per un famoso "giro delle sette Chiese"?
Cominciamo con il dire che il sepolcro non è altro che "l'altare della reposizione", ossia il luogo in cui, nella liturgia cattolica, viene riposta e conservata l'Eucaristia al termine della messa vespertina del Giovedì santo, la Messa nella Cena del Signore.
Questo altare non coincide con l'altare dove è di consueto riporre il Santissimo Sacramento e la sera del Giovedì Santo parrocchie e chiese adornano questo "speciale altare" in modo davvero solenne, con composizioni floreali, candele, piante e altri simboli. Di solito troviamo fiori bianchi, il vino fatto bollire con l’incenso, i semi di grano germogliati ( soprattutto al sud ), la riproduzione della tavola dei 12 apostoli con il pane, simbolo del sacrificio. Alcuni sono davvero scenografici. Nelle chiese sono previsti anche momenti di preghiera collettiva o piccole veglie, come preparazione in vista della Passione di Gesù
"Andare a fare i Sepolcri" (si dice così soprattutto nei centri dell'Italia meridionale) significa proprio il visitare, a partire dal pomeriggio tardo del giovedì, “il sepolcro di Cristo addobbato”.
C'è anche un numero di chiese da visitare da rispettare e seguire. È buona prassi che ogni fedele visiti da cinque, quante sono le piaghe di Cristo, a sette, quanti sono i dolori della Madonna, di questi allestimenti in varie chiese vicine la propria casa o nel quartiere che sceglie di curiosare.